MADRE DI CANE

di Pavlov Matesis
traduzione Nicola Crocetti

con Dimitra Chatoupi, Ioannis Dritsas, Christos Efthymiou, Nikos Gialelis, Stefania Kriezi, Marilita Lampropoulou, Jini Papadopoulou, Efi Ravmata, Marialena Rozaki, Ilias Zervos
dramaturg Dimitra Petropoulou
movimenti Giannis Antoniou
scene e costumi Aggelos Aggeli
luci Katerina Maragoudaki
assistente alla regia Efi Revmata
adattamento e regia Stavros S. Tsakiris
produzione Synchrono
Theatro/Etaireia Theatroy (Atene)
direttore di produzione Dimitris Oikonomidis

Spazio Grande

5 novembre 2015, ore 20.30 

spettacolo in lingua greca con sopratitoli in italiano

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In Madre di cane l’occupazione italiana della Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale è raccontata attraverso lo sguardo di Raraou, una ragazzina di tredici anni che sogna di diventare una grande attrice di teatro, ma destinata a essere solo una comparsa.

Dall’invasione ai giorni nostri la storia di Raraou, come la storia della Grecia che si legge in filigrana, è una battaglia per la sopravvivenza, una lotta accanita, combattuta con ogni mezzo sia dalla nazione che dalla protagonista, determinata a uscirne indenne, anche a costo di rifugiarsi in una realtà parallela. Così la piccola Raraou diventa un’icona, il simbolo universale dell’umana determinazione a non soccombere. Ricco di humour e di sorprese, il romanzo Madre di cane è uno dei maggiori successi della narrativa greca degli ultimi decenni, tradotto in molte lingue e pubblicato in diversi paesi grazie alla sua visione incisiva e divertente, drammatica e allo stesso tempo surreale della storia Greca. Un affresco di vita che colpisce per la sua semplicità e la profonda umanità che lascia intravedere soprattutto nei rapporti fra la popolazione greca e l’esercito di occupazione italiano, improntati a un aiuto reciproco e privi di odio.
Stavros Tsakiris porta sul palcoscenico il mondo unico e affascinante di Matesis con un cast di affermati attori del panorama greco e nuovi volti emergenti del teatro europeo.

Madre di cane non è una confessione, né una narrazione, non un gioco teatrale, né teatro nel teatro. Il Tempo, con la T maiuscola, incontra il presente e il passato, generando una sorta di entità unica, qualcosa che può essere concepito solo da un pazzo o da un bambino. In uno spazio vuoto, in continua trasformazione, prende forma un racconto popolare che parla di sentimenti, di abbandoni e di vite monche. Una storia che custodisce e svela l’affascinante “santità” della vita segreta degli insignificanti.

Stavros S. Tsakiris

Pavlos Màtesis è nato nel Peloponneso, in Grecia. Ha studiato teatro e musica, e ha esordito in campo letterario nel 1967. È autore di numerose opere teatrali, tra cui: La cerimonia, Biochimica, Degradazione, Il fantasma del signor Ramon Navarro, La serata calcistica di Sua Altezza, Diritto piccolo borghese, O lupo, o lupo, Esilio, Il grido, Il cultore delle piante, oltre a numerosi atti unici. Ha vinto il Premio Nazionale di Teatro nel 1966 e il Premio Karol Kun nel 1989. Sue opere sono state rappresentate in vari festival internazionali, in Grecia e all’estero. In prosa ha scritto: Racconto (1977), Afrodite (1987), Il materiale della selva (1992), Madre di cane (1990), Sempre in gamba! (1994), L’Antico dei Giorni (1998), Il nocchiero tenebroso (2002), Mirtos (2004), Aldebaran (2007). Molti di questi testi sono stati tradotti e pubblicato dall’editore Nicola Crocetti.