un progetto di Carmelo Rifici e Alessio Maria Romano

testo  Sonia Antinori

con

Ilenia Caleo, Alessia Giangiuliani, Tindaro Granata, Mariangela Granelli

Emiliano Masala, Francesca Porrini, Alessio Maria Romano, Raffaella Tagliabue

scene e costumi Margherita Baldoni, Guido Buganza

luci Luca Bronzo

suoni Daniele D’Angelo

video Alessandro Ferroni

operatore video Andrea Romanini

assistenti alla regia Paolo Taccardo, Filippo Bisagni

assistenti alle coreografie Caterina Carpio, Pablo Franchini

movimenti coreografici Alessio Maria Romano

regia Carmelo Rifici

produzione  Fondazione Teatro Due

in collaborazione con Associazione Proxima Res

si ringrazia Fondazione Ilaria Alpi

 

foto di Daniele Savoca

Il buio, inteso metaforicamente come l’incapacità (o l’impossibilità) di guarire, lasciarsi curare, riuscire a curare, prevede come sola possibilità di guarigione il recupero dell’ascolto, della conoscenza e della condivisione.

In un unico grande agglomerato urbano del nord Italia si intrecciano tre storie connesse da coincidenze, incontri e sovrapposizioni che vanno a innervare un affresco della realtà dei nostri ultimi anni. Qui non vedremo la guerra o gli incubi notturni negli occhi di coloro che ne sono ossessionati. Qui dell’orrore vedremo solo gli effetti.
Buio è il culmine di un progetto, iniziato nel 2007, che ha attraversato diverse fasi di lavoro. Articolato in zone “diurne”, che raccontano le storie concrete dei protagonisti con dialoghi secchi e quotidiani scritti dall’autrice Sonia Antinori, e in “notturni”, momenti di tempo sospeso in cui i personaggi si incontrano come isole di sogno seguendo una drammaturgia fisica creata dal coreografo Alessio Maria Romano, lo spettacolo sottende, a tutte le storie che racconta, questo buio.

Ultima creazione del regista Carmelo Rifici, Buio è l’affresco di un’Italia che deve affrontare la propria malattia e riuscire a sopravvivere ad essa.