“Il poeta è Filottete, confinato nell’isola di Lemno, scoglio eremitico calcinato di ceneri laviche e sterili. Si rialza e si mette con gioia in azione quando ode il canto del popolo, la voce dei marinai della nave che si mischia al clamore degli scudi. (…) Il poeta è attratto dall’”inapparenza”, il non apparire, lo spegnersi – come Crisòtemi – in un silenzio larvale. Tutto già registrato dai citaredi esperti dei racconti mitici. Il poeta è onnipresente. L’autoritratto in Filottete: uno bello, con la barba, maturo, virile, l’aspetto ascetico. Un Eremita che si ostina a salvare il mondo con le parole. Uno Straniero che quando arriva semina la zizzania dell’incomprensione, ma poi conquista la fiducia di tutti ed è accolto come guida del tempo nuovo. Il poeta è un politico”.

Così Ezio Savino parla di Ghiannis Ritsos, o meglio coglie quello che di sé Ritsos ha impresso nei due poemetti Filottete e Crisòtemi, nell’introduzione a Quarta Dimensione, il volume tradotto e edito da Nicola Crocetti che raccoglie molti dei monologhi in versi del poeta e che dà il titolo al programma di produzioni teatrali che Fondazione Teatro Due ha messo in scena a partire da novembre 2014. Un progetto diretto da Walter Le Moli che, dopo Aiace, Fedra, Agamennone (I ciclo) e Oreste, Persefone, Delfi (II ciclo), vede ora nel mese di gennaio 2015 debuttare il III ciclo: Cristina Cattellani sarà Crisòtemi e Luca Nucera Filottete; accanto a loro torneranno in scena Oreste (Massimiliano Sbarsi), Persefone (Paola De Crescenzo) e Delfi (Nanni Tormen).  – QUI IL CALENDARIO COMPLETO.

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(Luca Nucera, prove di Filottete – ph. Michele Lamanna)

Mito e contemporaneità: un rapporto che il teatro esplora da sempre e che diventa fondante ogni qual volta ci sia l’urgenza di interrogare il passato; una necessità che punteggia la Stagione 2014/15 di Fondazione Teatro Due. Nel 2015 il pubblico avrà la possibilità di andare ancora più in profondità nell’indagine sugli archetipi, la classicità, la “quarta dimensione” appunto, incontrando i nuovi poemi del III e infine IV ciclo (La casa morta e La sonata al chiaro di luna) di Ritsos.

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(Cristina Cattellani, prove di Crisòtemi – ph. Michele Lamanna)

L’intensa risposta di un pubblico interessato, commosso, attento nella prima parte della stagione alla proposta scenica e poetica alta, non certamente accondiscendente e acuta di Quarta Dimensione, è un segnale di quanto la materia poetica combinata ai temi universali e ancestrali del mito generi in noi contemporanei una fascinazione e una riflessione ancora intense, forse sempre più intense. La dedica alla Grecia e alle radici della cultura occidentale che rappresenta Quarta Dimensione riattiva attraverso i versi di Ritsos immagini potenti, frammenti di un pensiero che abbiamo necessità di riascoltare e che gli artisti hanno il potere di rievocare.