FaustIn and out, è composto da tre parti che possono leggersi autonome ma che si completano solo nella visione integrale: La Presentazione, La Rappresentazione, La Cronaca, a comporre una riscrittura al femminile del Faust di Goethe
che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e della cronaca, secondo una tecnica consueta per Elfriede Jelinek, scrittrice austriaca Premio Nobel per la letteratura nel 2004. L’autrice riprende la vicenda, accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa costringendola a un rapporto incestuoso, ponendola però in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro. Per questo FaustIn and out è stato definito dalla stessa autrice “dramma secondario”, ovvero una specie di commentario teatrale all’opera di Goethe.

FaustIn and out e’ un impresa. Folle. Come è folle cercare di leggere l’occidente nel suo conflitto uomo/donna, nel partire dalla centralità del progetto maschile di cercare la felicità “l’assunto faustiano” per poi applicarlo a un fatto di cronaca estremo dove le logiche capitalistiche, l’essere e il nulla di Heidegger e la Bibbia precipitano in soccorso per una giustificazione che di fatto non c’è. Non c’è nella religione, non c’è nella filosofia e non c’è nell’economia. Non c’è nell’idea di comunità dell’occidente. Tutto questo e’ ancora più arduo se si prova a scardinare le convenzioni teatrali. Allora FaustIn, significa faust, ma significa a anche faust dentro e in effetti noi siamo dentro al Faust. Faust è allo stesso tempo anche dentro la protagonista quindi chi ha faust dentro? Margherita. E gli attori sono dentro questi personaggi. La tragedia di Margarethe del Faust diviene pertanto il punto di partenza. C’è qualcosa dell’avanspettacolo nel testo della Jelinek che fa di Faust il palcoscenico di un cabaret. La vittima qui è il protagonista, come di là lo era il carnefice. Ma poi, chi è davvero la vittima? E chi il carnefice?

Faustin and out, inedito in Italia, è stato appositamente tradotto da Elisa Balboni e Marcello Soffritti, direttore del Dipartimento di interpretazione e traduzione dell’Università di Bologna. La produzione è nata all’interno del Festival Focus Jelinek la cui direzione artistica è di Elena Di Gioia.

Fabrizio Arcuri, uno dei registi più interessanti e attenti alla drammaturgia contemporanea, ne cura la messa in scena. Angela Malfitano e Francesca Mazza proseguono l’approfondimento sulla scrittura della Jelinek e sul mito di Faust iniziato con gli spettacoli La regina degli Elfi e Histoire d’F.

Attori e tecnici costruiranno e decostruiranno la scena così come la Jelinek costruisce e decostruisce il testo; affronteranno l’improbabile cabaret da lei proposto cercando di stare sopra e sotto, dentro e fuori l’opera.

La produzione è nata all’interno del vasto progetto Festival Focus Jelinek con l’ideazione e la direzione artistica di Elena Di Gioia e vede la collaborazione tra Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro intorno al nodo che lega Goethe e la Jelinek, oltre le loro volontà culturali e teatrali.

 da FaustIn & out (2011) di E. Jelinek:

“Ha fatto tutto lui qui sotto, ha minato la porta e ci ha attaccato i tubi del gas, per poterci gas-tigare tutti in caso di fuga, così ha detto, ha ammesso, l’ha ammesso, ma non era vero: non c’era alcun gas, non aveva fatto cattivo viso a buon gioco, non c’era nessuna mina che potesse saltare in aria, l’unico che può saltare di sopra è lui, noi restiamo sotto, noi purtroppo dobbiamo rimanere sotto, era pur sempre il mio amato papà, non c’era alcuna mina cattiva là sotto da noi.

L’aveva detto soltanto per incuterci paura della libertà. Come se non l’avessimo già! Eravamo la sua unica clientela, la clientela di papà, avrebbe potuto comportarsi meglio con noi, ma in ogni caso ci dava da mangiare, eravamo la sua famiglia. Eravamo la sua seconda famiglia. Certi non ne hanno neanche una e lui ne aveva due. La mia lingua ha persino trovato una parola, di solito non è capace di trovare abbastanza parole, ma una ora ce l’ha, la lingua è una delle poche cose che qui si possono muovere, c’è così poco spazio…”

Elfriede Jelinek (Mürzzuschlag, 1946), scrittrice austriaca. Nel 2004 le è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura per “il fluire musicale di canto e controcanto nei romanzi e nei drammi, che con straordinario ardore linguistico rivelano l’assurdità dei cliché della società contemporanea e il loro potere soggiogante”.

19 dicembre 2014, ore 18.00 – Parma, Teatro al Parco
in collaborazione con Teatro delle Briciole
presentazione dello spettacolo e del volume FaustIn and out (Titivillus, 2014)
con la compagnia

Festival Focus Jelinek , ottobre 2014 / marzo 2015
festival per città
direzione artistica Elena Di Gioia
promosso da Liberty e Tra un atto e l’altro

La produzione FaustIn and out è nata all’interno del Festival Focus Jelinek che, da ottobre 2014 a marzo 2015, indagherà il corpus della scrittrice austriaca,  premio Nobel per la letteratura nel 2004, tra le voci più acute e pungenti della scena contemporanea, attraverso il lavoro di diversi artisti della scena contemporanea, con spettacoli in scena in oltre dieci città dell’Emilia Romagna, e che vede realizzarsi la collaborazione tra Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro intorno a un nodo che lega Goethe e Jelinek, oltre le loro volontà culturali e teatrali.
Festival Focus Jelinek, è un festival per città con l’ideazione e la direzione artistica di Elena Di Gioia.

Il Festival propone un tragitto di innovazione nell’ambito delle forme della progettazione culturale. La Regione Emilia-Romagna si configura nell’immagine di ‘città allargata’ sia per i numerosi artisti e compagnie che operano nelle diverse città, sia con l’incentivazione di forme di mobilità del pubblico. Inoltre la ‘città allargata’ si declina per la prima volta in una inedita e originale collaborazione di teatri, festival, biblioteche, cinema, spazi culturali di Bologna, Cesena, Forlì, Faenza, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Castel Maggiore, Casalecchio di Reno, San Lazzaro di Savena, Montescudo che, per la prima volta collaborano insieme, nell’accoglienza delle tappe del progetto. Bologna è il cuore del progetto, dove verranno presentate tutte le produzioni realizzate dal Festival e dove si terranno alcuni eventi speciali, appositamente dedicati.

La struttura del festival, ideato nell’arco di sei mesi, prevede spettacoli – tra cui prime assolute – allestiti dalle più importanti compagnie della scena contemporanea italiana. Oltre agli spettacoli, sono in programma letture, incontri, proiezioni, laboratori, un convegno, pubblicazioni sull’opera della scrittrice austriaca.
In tutto, 10 tra spettacoli e performance, di cui 6 prime nazionali, prodotti nella collaborazione tra il Festival Focus Jelinek e le compagnie.

SCARICA QUI IL LIBRETTO DEL FESTIVAL CON TUTTI GLI APPUNTAMENTI E GLI APPROFONDIMENTI