Nell’ambito di Reggio Parma Festival
IL MONDO DI IERI
Fra Dio e il Diavolo

LA NOTTE BIANCA DEI SOVIET

2 dicembre 2017

ore 18.45
I POETI SULLE MINE
Pastiche poetico-teatrale da Majakovskij e gli altri
Con Raffaele Esposito, Orlando Cinque, Anahì Traversi
produzione Fondazione Teatro Due
in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Una casa piccola, molti spazi condivisi, praticamente una vita comune. È quella di Osip e Lili Brik, marito e moglie, insieme al poeta della Rivoluzione, l’uomo con una cravatta di camicia e una camicia di cravatta, il cantore delle folle, Majakovskij. Nel fervore della nazionalizzazione, pubblico e privato si fondono in un gorgo che è futuro e passato, teatro e realismo, Rivoluzione permanente e lotta alla burocrazia. L’amore impossibile di un uomo che è stato tutto, una voce potente come 150000000 persone e troppo flebile per strappare l’esclusività alla donna della sua vita. L’universo in un appartamento, su un palcoscenico, in piazza. È in quella casa piccola che si consuma la vita del rappresentante di una generazione che ha dissipato i suoi poeti.
Lenin incoraggiò la partecipazione dell’Intelligencija alla costruzione del nuovo mondo rivoluzionario, in una vera e propria chiamata alle armi delle penne più autorevoli della letteratura nazionale, non meno affilate delle baionette dell’Armata Rossa. Non tutti cantarono all’unisono il peana rivoluzionario…
Autore controverso e provocatorio, Vladimir Vladimirovic Majakovskij, resta una delle voci più potenti della grande fucina artistica sviluppatasi negli anni del ribaltamento politico e culturale della Russia post-zarista, complici gli allestimenti di alcune fra le sue opere teatrali da parte di un Maestro della regia teatrale, Vsevolod Mejerchòl’d.

Ma chi era veramente Vladimir Majakovskij? A chi si rivolgeva la sua voce tonante? Difficile dare una definizione che basti per quest’uomo straordinario. Era il poeta-amante, Volodja, che dedicava ogni suo scritto alla donna che ha amato per tutta la vita, ma era anche il comandante di “eserciti di parole” che scavalcavano fiumi e conquistavano pianure per la Rivoluzione, e che infiammava gli animi di coloro che imbracciavano i fucili e si ribellavano all’ordine costituito. Era un essere umano sensibile, fragile nonostante i geni del gigantismo nel suo sangue, un uomo che ha visto i suoi amici e i suoi sostenitori voltargli le spalle quando la sua penna cominciava a passare di moda, e quando il regime cominciava a stringere il nodo intorno al collo degli spiriti creativi. Un Majakovskij multiplo, beffardamente contraddittorio, dandy, sofferente, statuario, rivoluzionario ben oltre l’Ottobre Rosso, tanto da avvolgere di mistero persino la sua morte, le cui circostanze sono ancora oggi tema di studio e di dibattito.
Esplorando la sterminata produzione scritta del poeta, e scoprendo diversi aspetti della sua funambolica vita e della sua eclettica personalità anche attraverso le testimonianze dei suoi contemporanei (Lili Brik in primis), nasce il ritratto inedito e umanissimo di un’anima folgorante, che ha intrecciato tra loro le arti, la politica e la vita stessa di cui era protagonista, fino a confondere i diversi aspetti del suo essere uomo, poeta, rivoluzionario, amante, scrittore, intellettuale, nel suo essere più di tutto Vladimir Majakovskij.