con Alexej Grishin, Irina Rosanova, Alexej Serebriakov, Evghenij Steblov, Ioulia Vyssotskaja scene Ezio Frigerio costumi Rustam Khamdanov regia Andrei Konchalovsky

Fra tutta una serie di “Gabbiani” che è dato vedere nei teatri di Mosca, il nuovo spettacolo che Konchalovsky ha allestito per il Festival “Il Bosco di ciliegi” si distingue per tutta una serie di seri aspetti derivanti da un’interpretazione particolarmente vivace e dinamica dei personaggi. Questo spettacolo è pieno di aspetti grotteschi ed è l’unico tra dodici altri che mi sono noti ad essere tale da giustificare completamente la definizione – data da Anton Cechov – di “commedia”. Questo spettacolo più coinvolgente fa effetto per la sua labilità sia fisica che emotiva – i passaggi dai ridicoli accessi di isteria a lacrime reali, da affettazione a normali reazioni umane, qui coesistono in particolare armonia. È simpatico come è simpatica la Zarechnaja di Ioulia Vyssotskaja, la migliore Nina Zarechnaja che sia mai esistita in precedenza. È eccentrico come lo strano innamorato Konstantin Gavrilych, cui Alexej Grishin ha conferito la rassomiglianza con una malcapitata cicala e con un girino dall’aspetto arruffato. È scatenato come la Arkadina di Irina Rosanova, che nasconde con il trucco i segni dell’età. È edonistico come Trigorin nell’interpretazione del segaligno Alexej Serebriakov. In sintesi, se non frequentate il teatro per sei sere della settimana, se vi tenete alla larga dalle sortite estremistiche e al tempo stesso provate un profondo disgusto per le cosiddette interpretazioni “tradizionali”, affrettatevi ad andare a vedere questo vivace Gabbiano, realizzato rigorosamente secondo il testo e lo spirito della base classica e contemporaneamente in modo fresco e divertente. Vadim Rutkovskij, 2004

Centro di Produzione di Andrei Konchalovsky e Teatro Mossovet di Mosca