LUCA ZINGARETTI

LA SIRENA

dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

legge Luca Zingaretti

drammaturgia Luca Zingaretti
musiche composte da Germano Mazzocchetti
eseguite da Fabio Ceccarelli

produzione Zocotoco srl

ARENA SHAKESPEARE
12, 13 settembre
ore 21:00
Reggio Parma Festival logo

Nel tardo autunno del 1938 due uomini si incontrano in una Torino a entrambi estranea. Paolo Corbèra è nato a Palermo, giovane laureato in Giurisprudenza, lavora come redattore de “La Stampa”. Rosario La Ciura è nato ad Aci Castello, ha settantacinque anni, ed oltre ad essere senatore, è il più illustre ellenista del tempo, autore di una stimata opera di alta erudizione e di viva poesia. I due sconosciuti si incontrano in un caffè di via Po e, a poco a poco, entrano in una garbata e cordiale confidenza. Tra riflessioni erudite, dialoghi sagaci, battute cinicamente ironiche, emerge un mondo costruito sulla passione e l’estasi. Alle iniziali avventure del giovane con «sgualdrinelle ammalate e squallide» si sostituisce, in modo tanto sinuoso quanto dirompente, l’amore del vecchio per una creatura dal sorriso che esprime «bestiale gioia di esistere, una quasi divina letizia», dal «profumo mai sentito, un odore magico di mare», dalla voce che pare un canto.

Nonostante Giuseppe Tomasi di Lampedusa sia noto soprattutto per Il Gattopardo non si può far a meno di annoverare tra i suoi capolavori anche quel piccolo gioiello che è Lighea. Colpiscono le raffinate scelte semantiche, le scrupolose descrizioni di luoghi, personaggi, eventi, ma soprattutto sensazioni. Dalle pagine del racconto ambientato nella fredda Torino emerge con vigore la calda Sicilia: l’odore della salsedine, il sapore dei ricci di mare, «l’incanto di Castellammare, quando le stelle si specchiano nel mare che dorme».

Di tutte queste sensazioni si arricchisce lo spettacolo La Sirena di cui Luca Zingaretti non è solo interprete ma anche curatore della regia e dell’adattamento drammaturgico. Accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti, trova spazio, in un percorso tra la carnalità del Presente e la spiritualità dell’Antichità, la ricchezza della poesia della terra siciliana su cui sembra palpitare quella melensa e liquorosa stasi del vivere che connota gran parte dei paesaggi e degli uomini.