GENNAIO, MESE DELLA MEMORIA, VEDE IN SCENA PER IL TRENTESIMO ANNO CONSECUTIVO UNO DEI PIU’ ALTI ESEMPI DI TEATRO-DOCUMENTO: L’ISTRUTTORIACHE TORNA SUL PALCO CON LO STESSO CAST E LO STESSO INTENSO ALLESTIMENTO. UN TEATRO CHE RACCONTA LA STORIA E FA LA STORIA DEL TEATRO, DA 30 ANNI.

Un Teatro che racconta la Storia e fa la Storia del Teatro: a Parma da 30 anni si celebra la memoria dell’Olocausto con uno spettacolo di Fondazione Teatro Due, uno fra i più longevi del teatro italiano, tappa cruciale della storia della scena del nostro paese, una testimonianza eccezionale e sempre attuale che continua a emozionare il pubblico e a tenere vivo il ricordo tragico della Shoah. L’Istruttoria, testo scritto da Peter Weiss nel 1965 e messo in scena da Gigi Dall’Aglio nel 1984, interpretato in tutte queste stagioni dagli stessi attori (Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio, Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri, Tania Rocchetta, Roberta Sferzi) e intatto nella sua intensa drammaticità e nel suo allestimento, con le musiche originali di Alessandro Nidi eseguite in scena da Davide Carmarino, sarà in scena venerdì 18 e sabato 19 gennaio 2013 alle ore 21.00, domenica 20 gennaio alle ore 16.00, venerdì 25 e sabato 26 gennaio alle ore 21.00 e infine domenica 27 gennaio alle ore 16.00 (Teatro Due, in Viale Basetti 12/A, Parma). Nel mese di gennaio, dedicato alla Memoria dello sterminio nazista di milioni di ebrei in Europa con una legge della Repubblica Italiana e con una risoluzione ONU del 2005, Fondazione Teatro Due ri-propone ai cittadini l’appuntamento rituale con il Ricordo, la Storia, il Teatro.

Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi di quest’opera in undici canti che, come un Inferno laico e contemporaneo, trascende la rappresentazione del processo e acquista la liricità di una tragedia antica.

Una sorta di viaggio agli inferi, non solo nel tempo ma anche nello spazio, in cui i personaggi, bloccati tra forma e vita, tentano con l’azione di dipingere “l’istante eterno” della storia e del ricordo. Atto di denuncia contro i criminali nazisti, L’Istruttoria venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del processo in cui vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, imputabili ad esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager.

Da 30 anni gli stessi attori dell’Ensemble Stabile di Teatro Due, caso unico in Europa, portano in scena una delle testimonianze più alte e forti che siano mai state scritte per il teatro: L’Istruttoria è andata in scena 950 volte, vista da 150.000 persone. Ovunque venga rappresentata raccoglie la forte partecipazione degli spettatori di tutte le età; ogni anno il rito del Teatro si compie accompagnando le diverse generazioni nell'Inferno di Auschwitz, in un viaggio-tragedia della Storia contemporanea in cui non può compiersi nessuna catarsi.

Uno spettacolo che nel tempo ha visto cambiare il pubblico, la sua coscienza, la storia politica e ha visto crescere i suoi attori. Dal 1984 L’Istruttoria viene rappresentato senza interruzioni a Parma e nei maggiori teatri nazionali: a Milano, dove è tornato per la quinta volta la scorsa primavera 2012, a Roma (in due occasioni) e poi Venezia, Napoli, Cremona, Pavia (in due occasioni), Perugia, Pistoia, Torino, Genova, Trento, Ancona, Udine, Modena, Carpi, Prato, Reggio Emilia, Bergamo, oltre che al Festival de l’Union des Théâtres de l’Europe a Bucarest e all’Habimah National Theatre di Tel Aviv in Israele, dove non era mai stato messo in scena. Dopo aver visto lo spettacolo a Tel Aviv, il grande scrittore israeliano Abraham Yehoshua ha affermato: “È difficile la rappresentazione estetica dello sterminio, è un’esperienza estrema a cui non si può aggiungere nulla; difficile è anche trovare la forma adatta per raccontare lo strazio delle vittime, ma Weiss c’è riuscito, perché ha trasformato quello strazio in un poema”.

Nel 1965, quando L’Istruttoria fu pubblicata, – spiega il regista Gigi Dall’Aglio – furono molti gli allestimenti realizzati secondo i dettami teatrali di Peter Weiss. Questi richiedevano un’estremizzazione del concetto del teatro epico brechtiano come la totale riduzione dell’aspetto emotivo per far emergere in tutta la sua potenza l’informazione documentaria. Allora nei libri di storia quasi non veniva citata la Shoah e il testo di Weiss forniva notizie sconvolgenti: per questo aveva un senso elencare quante persone erano state uccise in un modo, quante in un altro, quante torturate etc. Vent’anni dopo, nell’84 quando abbiamo messo in scena il testo, i fatti erano ormai venuti alla luce e la gente li aveva collocati nel proprio personale archivio storico. Per me quindi è diventato importante ricostruire la memoria di questo fatto, intesa come memoria emotiva. È stato come se, dopo aver studiato il testo sul piano razionale, fossi andato a dormire con quel turbamento e avessi sognato lo spettacolo, così come poi lo abbiamo fatto.”

 

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