NILS PETTER MOLVAER

di LUCA VITALI

“La prima volta che ho visto Nils Petter Molvaer suonare dal vivo ho pensato che il mondo si stava avvicinando alla fine (…) La musica era così urgente, pulsante, inquietante. A tagliare quest’immagine era il soffio di un angelo – ma non si trattava di uno di quegli angeli dolci dei quadri romantici – era un Arcangelo potente che brandiva una spada ardente – era il suono della tromba…” afferma Fiona Talkington della BBC Radio 3 nel presentare “Baboon Moon”. Era l’epoca di “Khmer” sul finire degli anni ’90 e a suonare quella tromba era Nils Petter Molvaer. Un capolavoro che lascia un segno indelebile nel mondo del jazz: due batterie, chitarra e basso elettrico, un’autentica pietra miliare del NuJazz assieme a “New Conception of Jazz” dell’amico Bugge Wesseltoft. Un successo planetario che vende più di 200.000 copie, che per il jazz è un fatto assolutamente straordinario e fa il giro del mondo.

Da allora un percorso musicale inconfondibile grazie al suono unico della sua tromba – glaciale come un paesaggio lunare e rovente come il canto del Muezzin al tramonto – anni densi di elettronica e ritmi techno che ci regalano un’artista maturo e capace di creare paesaggi sonori di inaudita bellezza.

A più di quindici dal quel “Khmer” torna a stupire con il suo nuovo trio e il recente “Baboon Moon” pubblicato dalla Sony tedesca. Un album che segna un cambio di direzione netto verso il rock, le sonorità si fanno più dark e telluriche, grazie anche al contributo del giovane chitarrista Stian Westerhus e del batterista della rock band Madrugada, Erland Dahlen.

(qui il link al sito ufficiale di Nils Petter)

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