peccato puttana locandina cast misto
peccato puttana locandina cast maschile
L’emotività ha avuto e ha una gran parte nel mio lavoro e nella mia vita. Nelle mie prime regie davo così tanto in emotività, in tensione a uno spettacolo, che, dopo averlo mandato in scena, potevo dormire per giorni e giorni. Poi, con l’esperienza, ci si fa la mano. Ci si sente più tranquilli, più sicuri. Eppure ho sempre guardato alla regia come a qualcosa che ha una connotazione violenta, anche se la violenza è connaturata al fatto teatrale stesso.
Luca Ronconi. Prove di autobiografia
a cura di Giovanni Agosti

 

Gli attori non sanno usare i registi; pensano che i registi arrivino con una griglia prefissata a priori, alla quale bisogna uniformarsi mortificando la propria personalità e la propria esperienza. Non è affatto vero; i registi migliori, quelli veri, non arrivano con nessuna griglia; anzi se hanno un’idea precostituita cercano di sbarazzarsene ben presto perché si rendono conto che essa, sola, non può reggere lo spettacolo. Quando si fa uno spettacolo bisogna tenere conto del materiale che si ha a disposizione: figuriamoci quando questo materiale si identifica con l’attore.
Il signore della scena
a cura di Maria Grazia Gregori

 

Peccato che fosse puttana di John Ford diretto da Luca Ronconi debutta nel giugno 2003 al Teatro Farnese di Parma, nell’ambito del Reggio Parma Festival. Si tratta dell’ultima produzione realizzata a conclusione del progetto Farnese-Shakespeare che ha sicuramente costituito un modello di progettazione unico e irripetibile per l’eccezionalità e la necessaria coincidenza tra drammaturgia e spazio scenico.

Luca Ronconi firma una duplice versione dell’opera del drammaturgo elisabettiano affidandola a un cast misto con attori e attrici e ad uno tutto al maschile, presentati a giorni alterni. L’obiettivo del doppio cast era, secondo le parole del maestro, “cambiare di poco l’angolo visuale e, togliendo ogni possibilità di riferimento psicologico, conferire più illibatezza alle ragioni del corpo. D’altronde la media più adolescenziale degli interpreti nella versione per soli attori è anche quella più rispecchiante l’età prescritta dal testo”.

ph. Marcello Norberth

L’opera del drammaturgo inglese vissuto tra il 1586 e il 1639 circa, che si svolge in Italia e più precisamente a Parma, è incentrata sull’amore incestuoso tra due fratelli, Annabella e Giovanni, e su ciò che si scatena intorno – il matrimonio riparatore di Annabella per coprire la gravidanza, i propositi di vendetta del marito Soranzo, il banchetto finale che fa da cornice alla scena madre in cui Giovanni squarcia la sorella per impadronirsi del suo cuore prima di essere ucciso a sua volta dal servo di Soranzo. Se, mettendo da parte l’efferatezza della trama elisabettiana, si segue la struttura di un’ipotetica organizzazione a coppie, il testo rivela una particolare raffinatezza letteraria e drammaturgica che permette di affiancare tra loro i diversi personaggi in situazioni binarie e di constatare che il movimento non è determinato puramente da ciò che accade quanto da rapporti tra due poli segnati da differenza assoluta. Ciò ha fatto sì che Ronconi non volesse far prevalere a forza un’interpretazione, proponendo quindi uno sdoppiamento di spettacoli.

Peccato che fosse puttana è andato in scena con la nuova traduzione di Luca Fontana. Gli attori hanno indossato, oltre ai costumi appositamente disegnati da Simone Valsecchi e Gianluca Sbicca, anche alcuni abiti provenienti dalle collezioni storiche di Gianfranco Ferré. L’intervento sullo spazio richiesto allo scenografo Marco Rossi ha visto una sorta di esplosione e crollo a terra degli elementi strutturali del Teatro Farnese, creando lo spazio d’azione per gli attori come specchio dell’intera architettura.

Lo spettacolo è stato prodotto dal Teatro Festival Parma e dal Centro Teatrale Santacristina in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

PECCATO CHE FOSSE PUTTANA, di JOHN FORD

in streaming dal 13 al 16 giugno 2020

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ph. Marcello Norberth