Grande partecipazione per l’incontro “L’altra scena” tenuto a Teatro Due da Pierre Judet de La Combe e moderato dal regista Walter Le Moli. Una vera e propria lectio magistralis che ha coinvolto i presenti in un appassionante ragionamento. Una risposta di pubblico che sembra dimostrare che “di fronte alla disperazione della politica, il teatro inventa una speranza politica che non è solo simbolica ma esemplare, emblematica, incarnata, necessaria”. Nell’intervento, incentrato sulla tragedia greca e le sue connessioni con grandi temi come il diritto e la politica, il filologo francese, direttore degli studi all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, ha spiegato un teatro che è incontro tra concetto ed esperienza, tra spazio e tempo, mediato dal linguaggio. Esplorando il suo campo di ricerca e di lavoro (la lingua è il suo campo d’indagine, anche nel senso della traduzione: al momento sta traducendo in francese l’Iliade di Omero) ha raccontato come nella tragedia greca il livello formale sia il vero elemento innovativo, con il contenuto che è invece deputato alla rappresentazione di eventi tradizionali e soprattutto facenti parte di una cultura comune al pubblico dell’epoca. Si è poi soffermato sul ruolo del coro come entità che condivide un’opinione, e che quindi si pone in modo problematico rispetto alle decisioni e agli eventi che coinvolgono i personaggi in quanto individui. E proprio in questa idea della “doppia dissonanza”, relativa al conflitto interno tra i personaggi e tra i personaggi e il coro, ha rilevato la potenza del teatro di essere “altra scena”, ossia scena diversa e parallela a quella della società e della vita. Una riflessione sulla funzione (anche politica e giuridica) del teatro, un approfondimento su come l’”evento” teatrale e le problematiche affrontate dai testi scaturiscano dalla crisi. Al termine dell’incontro, molte le domande che il pubblico ha posto allo studioso, rivelando il profondo interesse per occasioni di reale approfondimento culturale che non prevedano semplificazione e sintesi, ma al contrario preparazione e competenza.