RACCONTI DA SHAKESPEARE

da Charles e Mary Lamb

2 dicembre ore 20.30 e 21.30
La Tempesta Maria Paiato
Otello Max Malatesta


5 dicembre ore 20.30 e 21.30
Molto rumore per nulla Manuela Mandracchia
Il mercante di Venezia Paolo Serra


6 dicembre ore 20.30 e 21.30
Romeo e Giulietta Sara Putignano
La bisbetica domata Bruna Rossi


9 dicembre ore 20.30 e 21.30
Macbeth Gianluca Gobbi 
La dodicesima notte Roberto Abbati


10 dicembre ore 20.30 e 21.30
Amleto Principe di Danimarca Elisabetta Pozzi 


11 dicembre ore 20.30 e 21.30
Pericle, Principe di Tiro Gigi Dall’Aglio
La dodicesima notte Roberto Abbati

 

12 dicembre ore 20.30 e 21.30
Cimbelino Ilaria Falini
Tutto è bene quel che finisce bene Orietta Notari 


19 dicembre ore 20.30 e 21.30
I due gentiluomini di Verona Sergio Romano 
Re Lear Filippo Dini


20 dicembre ore 20.30 e 21.30
La commedia degli errori Enzo Paci 
Misura per Misura Raffaele Esposito


21 dicembre ore 20.30 e 21.30
Sogno della prima notte d’estate Ivan Zerbinati
Come vi piace Fulvio Pepe


22 dicembre ore 20.30 e 21.30
Il racconto d’inverno Sara Bertelà
Timone d’Atene Andrea di Casa

dal 2 al 22 dicembre 2016

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Quaranta incontri per venti racconti. Un’occasione rara per gli amanti di Shakespeare e per un pubblico di tutte le età di ascoltare alcune fra le opere più affascinanti del Bardo, raccontate dalla viva voce di un folto gruppo di attori, che partendo dagli adattamenti ante litteram dei fratelli Lamb, attraverso la commistione fra i racconti e gli originali shakespeariani, uniranno i vari linguaggi in un’operazione affine al modus operandi proprio del teatro shakespeariano: le parole (siano esse versificate o in prosa) creano una lingua ibrida e complessa che può generare una vera partitura verbale lontana dalle rigide classificazioni contemporanee.

Charles e Mary Lamb pubblicarono nel 1807 a Londra Tales from Shakespeare, raccolta di 20 drammi shakespeariani adattati for the use of young persons, ossia col preciso intento di diffondere una selezione di opere del Bardo per un pubblico di giovanissimi, augurandosi che, una volta adulti, avrebbero letto integralmente gli originali, che “arricchiscono la fantasia, rafforzano la virtù, allontanano dall’egoismo e dalla venalità”, come scrissero alla fine della prefazione. Gli autori riscrissero in prosa le storie shakespeariane, eliminando talvolta personaggi e trame secondarie, trasformando spesso i dialoghi in discorsi indiretti, servendosi però quasi esclusivamente di termini e idiomatismi già in uso nell’inglese anteriore al XVII secolo. Ne è risultato un classico per la letteratura inglese paragonabile al Pinocchio nostrano, che ha conquistato un pubblico più vasto e di tutte le età.