Martedì 12 maggio alle ore 14.30 avrà luogo il terzo appuntamento della rassegna Dolore in bellezza dal titolo RITROVARE IL FUTURO: CONTINUITA’ E DISCONTINUITA’ TRA LE GENERAZIONI, un dialogo tra Francesco Stoppa, psicologo e psicoanalista, e il regista Vincenzo Picone.

L’incontro proseguirà la riflessione intorno alla “mancanza del futuro” come narrazione collettiva interrotta, confrontando l’esperienza di Stoppa, psicoanalista che nella sua esperienza clinica e nei suoi testi si interroga sulla continuità e discontinuità tra le generazioni, e il lavoro di Picone che di recente ha messo in scena nel suo spettacolo Hikikomori il fenomeno che vede molti giovani separarsi dalla realtà chiudendosi nella propria stanza.

Francesco Stoppa lavora presso il Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone, è autore de “La restituzione. Perché si è rotto il patto tra le generazioni” (ed. Feltrinelli 2011) e dell’ultimo “Istituire la vita. Come riconsegnare le istituzioni alla comunità” (ed. Vita e pensiero, 2014); si interroga da tempo sul dialogo interrotto tra le generazioni e il bisogno di riconsegnare alla comunità il lavoro delle istituzioni, principalmente quelle di cura.

Stoppa tenta di dare dignità ad una delle espressioni più frequenti e “irritanti” dei nostri giovani, il ritiro, il distacco, l’apatia. La barriera difensiva di questi giovani diventa una soluzione di fronte alla assenza di riparo dato dalle istituzioni latitanti. Ci si ritira per “evitare dei guai” perché sono sempre più rari i dispositivi simbolici e collettivi che danno riparo. In fondo è tentazione di tutti, nella società malata di narcisismo, dirsi che “ogni individuo ritiene di essere l’unico oggetto di cui vale la pena interessarsi”.

Vincenzo Picone ha portato sulle scene proprio a Teatro Due a novembre 2014 lo spettacolo Hikikomori, che descrive il fenomeno giapponese dei “giovani ritirati” attraverso la storia di H., un ragazzo di 20 anni, che vive la sua autoreclusione con lucidità, avendo lasciato “fuori dalla sua stanza” il mondo e la realtà e che decide di comunicare solo con una ragazza in chat e la madre al di là di una parete.

In Europa il fenomeno viene descritto con la sigla di NEET not (engaged) in education, employment or training (cioè chi non studia, non lavora, non fa formazione) e il protagonista diventa “una metafora di una intera generazione, quella delle passioni tristi, accusata di aver perso o di non aver mai avuto degli ideali, incapace di agire nel mondo”, spiega il regista.

Ad interagire con Stoppa e Picone, oltre alle organizzatrici della rassegna, Maria Inglese e Vincenza Pellegrino, lo psicologo Fabio Vanni, responsabile per la provincia di Parma del Programma della Regione Emilia Romagna per l’adolescenza.

Accompagneranno l’incontro le letture dell’attrice dell’Ensemble Stabile Teatro Due Laura Cleri, che nello spettacolo Hikikomori ha interpretato il ruolo della madre.

Ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili. E’ consigliata la prenotazione: Teatro Due tel. 0521.289659 – info@teatrodue.org.