A Parma da oltre 30 anni si celebra la memoria dell’Olocausto con uno spettacolo di Fondazione Teatro Due, uno fra i più longevi del teatro italiano, tappa cruciale della storia della scena del nostro paese, una testimonianza eccezionale e sempre attuale che continua a emozionare il pubblico e a tenere vivo il ricordo tragico della Shoah. L’Istruttoria, testo scritto da Peter Weiss nel 1965 e messo in scena da Gigi Dall’Aglio nel 1984, interpretato da Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio, Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri, Bruna Rossi e intatto nella sua intensa drammaticità e nel suo allestimento, con le musiche originali di Alessandro Nidi, eseguite dal vivo da Davide Carmarino, sarà in scena il 9 gennaio alle ore 21.00, il 10 gennaio alle 16.00 e il 16 gennaio alle 21.00.

L’Istruttoria rappresenta all’interno del repertorio di Teatro Due lo spettacolo più longevo e più amato da pubblico e critica: da 30 anni gli attori dell’Ensemble Stabile di Teatro Due, portano in scena una delle testimonianze più alte e forti che siano mai state scritte per il teatro e anche grazie a questo spettacolo L’Ensemble Stabile Attori di Fondazione Teatro Due è stato insignito dell’Attestato di Civica Benemerenza del Comune di Parma lo scorso 13 gennaio 2013 in occasione del Premio Sant’Ilario. L’Istruttoria è arrivata a quota 1000 repliche, vista da 150.000 persone. Ovunque venga rappresentata raccoglie la forte partecipazione degli spettatori di tutte le età; ogni anno il rito del Teatro si compie accompagnando le diverse generazioni nell’Inferno di Auschwitz, in un viaggio-tragedia della Storia contemporanea in cui non può compiersi nessuna catarsi.

Atto di denuncia contro i criminali nazisti, L’Istruttoria venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del processo in cui vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, dirette, imputabili a esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager di Auschwitz.

Nel 1965, quando L’Istruttoria fu pubblicata, – spiega il regista Gigi Dall’Aglio – furono molti gli allestimenti realizzati secondo i dettami teatrali di Peter Weiss. Questi richiedevano un’estremizzazione del concetto del teatro epico brechtiano come la totale riduzione dell’aspetto emotivo per far emergere in tutta la sua potenza l’informazione documentaria. Allora nei libri di storia quasi non veniva citata la Shoah e il testo di Weiss forniva notizie sconvolgenti: per questo aveva un senso elencare quante persone erano state uccise in un modo, quante in un altro, quante torturate etc. Vent’anni dopo, nell’84 quando abbiamo messo in scena il testo, i fatti erano ormai venuti alla luce e la gente li aveva collocati nel proprio personale archivio storico. Per me quindi è diventato importante ricostruire la memoria di questo fatto, intesa come memoria emotiva. È stato come se, dopo aver studiato il testo sul piano razionale, fossi andato a dormire con quel turbamento e avessi sognato lo spettacolo, così come poi lo abbiamo fatto.”