I capitoli di una storia sono essi stessi storie. Come organi estratti da un corpo, d’altronde, essi da soli non possono sopravvivere. E per quanto sottili e fragili possano essere le vene che li alimentano, esse non posso essere tagliate.
La storia di Eddie e May è un corpo. Un corpo fatto di tanti elementi, tanti organi, ognuno dei quali, interagendo con gli altri, li mantiene in vita ma, allo stesso tempo, trasmette la malattia. Amore e malattia, una malattia subdola, incurabile, a suo modo silente, che si nasconde nel sangue ed esce allo scoperto solo quando può fare più male proprio a quell’amore.
Sì, perché è amore quello che Eddie e May condividono. Un amore fortissimo, primigenio, che smuove lo stomaco e fa sgorgare il sudore. Un amore che fa schizzare l’automobile per migliaia di kilometri pur di tornare a toccarsi e a torturarsi in un qualsiasi appartamento dai mobili spaiati. Un amore nato da giovani, quando tutto è scoperta e trasgressione, anche oltre l’immaginazione di chi la sta compiendo. Eddie e May abbracciano questo amore, si fanno pervadere, si fanno invadere, forse sapendo che non ne usciranno mai.
Ma ecco che a bussare alla loro porta arriva il morbo. Un morbo senza sintomi fisici, che agisce nella mente e nella percezione del mondo intorno. Paziente 0, il padre. Di entrambi. Un uomo dalle molte vite, che ha avuto Eddie da una donna e May da un’altra. L’universo collassa, si ripiega su se stesso. Amanti e fratelli.
Ciò che resta ai protagonisti è un destino torbido, fatto di un amore che nessuno perdonerà ma che non può essere ucciso, come il dna non può essere sradicato dal sangue in cui è contenuto. E allora Eddie scappa e ritorna, in un vortice di dolore ed estasi. May lo aspetta, lo ha sempre aspettato. Fino a quando decide di cambiare casa, vita, di interrompere il legame.
Mentre questa donna cerca disperatamente di aggrapparsi a un altro essere umano, per quanto improbabile esso possa essere, il passato e il presente si accalcano alla sua porta e la forzano per entrare. La casa, angusta e inospitale, è affollatissima, infestata. Eddie torna e pretende la sua parte del patto, vuole continuare a ossigenarsi con il corpo e l’anima di May. Il padre di entrambi si aggira per i locali dell’appartamento e ripercorre la storia della sua colpa, la vede svilupparsi, avvinghiarsi, rotolare verso la catastrofe.
Siamo il nostro retaggio, dicono. Nessun atto di ribellione ha il potere di cancellare il passato. Eddie può continuare a scappare, May a illudersi che ci sia vita da succhiare nel mondo di fuori. Ma come per colui che li ha generati in due letti diversi, anche per loro non importa quanto sia lontano il luogo dove scappare. Il loro amore è estremo, incurante, crudele, orgasmico. I loro corpi bollenti non sopravvivono se non continuano a toccarsi e a bruciarsi e a rigenerarsi, come quelli di moderni Prometei. La loro vita è pazza. Pazza d’amore.
Francesco Bianchi