traduzione Raffaele La Capria con Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Marcello Vazzoler studio a cura di Anja Rudak (studente IUAV di Venezia Facoltà di Design e Arti ClasT corso di laurea specialistica in scienze e tecniche del teatro) 1 novembre 2007 ore 20.30

Composto nel 1944 durante l’occupazione nazista in Francia, il secondo testo per il teatro di Jean-Paul Sartre A porte chiuse porta in seno il rifiuto dell’intellettuale francese per il teatro psicologico e realistico, fondato su personaggi e caratteri, e per il teatro d’intrattenimento. Attraverso personaggi presi in situazioni limite, violente, la cui sfida è sempre la libertà, la responsabilità, il senso dell’esistenza, spesso in contraddizione con l’azione, Sartre propone un teatro dove si discutano le grandi questioni contemporanee. I tre personaggi di A porte chiuse, riuniti in un salone per l’eternità poiché sono già morti, sono condannati per sempre a giudicarsi e ad essere giudicati, essendo ciascuno prigioniero della coscienza dell’altro, a esistere solo perché esistono gli altri – da cui la formula famosa: «L’inferno, sono gli altri».

Teatro Festival Parma