L’atto finale, il V, della più celebre e tragica storia d’amore del teatro occidentale si conclude con una minaccia: dopo la morte di Romeo e Giulietta, il Principe di Verona si rivolge alle loro famiglie, la cui faida ha causato tanto dolore alla città, e lancia su di loro una “maledizione”, auspicando una punizione severa per i responsabili. Cosa rimane dunque dopo la tragedia di Romeo e Giulietta? Quale eredità lascia il sacrificio dei due giovani amanti alle loro famiglie e al loro popolo? “Una pace che rattrista”, dice il Principe.

Lo spettacolo comincia da qui, dalla conclusione del testo originale: la stesura del VI atto di Romeo e Giulietta, quello mai scritto, viene messa in scena per la prima volta e chiama alla sbarra i superstiti della tragedia. In un’aula di tribunale si susseguiranno le testimonianze e i racconti di chi ha partecipato alla drammatica vicenda, delineando una società disastrata e corrotta in cui la guerra e l’odio sembrano l’unica soluzione possibile.

Il testo, realizzato dagli studenti della Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro – Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia, va al cuore della drammaturgia scespiriana e ne ricolloca l’essenza nell’attualità, riattivandone i conflitti senza tradire i personaggi originali e le loro nature. Davanti alla Corte e al Cancelliere saranno convocati Capuleti e la moglie, Montecchi, il Coro dei cittadini di Verona, il Principe, Frate Lorenzo, Angelica, la balia di Giulietta, Benvolio, il cugino di Romeo. Ciascuno a portare la sua verità.