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Un assaggio della storia affascinante di Chiara Del Violin nelle parole del M° Fabio Biondi, che mercoledì 27 novembre alle ore 21.00 presenterà, eseguendo alcuni brani inediti al violino accompagnato da Leonardo Morini al clavicembalo, il documentario “Il diario di Chiara”.

Chiara (o Chiaretta) fu abbandonata all’età di due mesi davanti all’istituto della Pietà di Venezia nell’Aprile del 1718.

Non era un fatto nuovo: gli ospedali di Venezia (così come in altre grandi città’ italiane) erano istituti che fin dal sedicesimo secolo si occupavano proprio degli orfanelli abbandonati e che si prefiggevano l’alto e nobile obiettivo di farne esseri utili alla società con scopi pratici o artistici. La Pietà di Venezia aveva in questo senso creato un alto livello di fama in tutta Europa nella formazione artistica di fanciulle (le “putte”, appunto) che grazie ai benefici di una classe altolocata e prodiga di beneficienza aveva formato una delle più straordinarie orchestre europee, in grado di rivaleggiare con le più grandi istituzioni dell’epoca.

Le ragazze venivano abbandonate per ragioni evidenti di natura economica o, più semplicemente, perchè figlie illegittime o frutto di quel fenomeno dilagante che era la prostituzione e che proprio a Venezia incarnava l’orrore più vistoso della citta del “vizio” per antonomasia.

Grandi insegnanti e illustri compositori concorsero a questa straordinaria esplosione di talenti. Di questo lungo cammino non fecero parte solo coloro che ancora oggi sentiamo ed eseguiamo, come Vivaldi, Galuppi, Hasse…, ma anche una generazione di grandi didatti che fecero parte dell’istruzione al linguaggio musicale di queste ragazze che, chiuse negli istituti per gran parte della loro vita (in alcuni casi come la nostra Chiara per tutto lo svolgersi dell’esistenza) videro passare tra le grate della clausura la rivoluzione del vocabolario musicale tra barocco e classicismo.

Chiara all’età di 12 anni fu introdotta al violino; ci piace credere che fu proprio il grande Vivaldi a mostrarle i primi rudimenti dello strumento, ma certamente Anna Maria (la grande prima allieva del “prete rosso”) fu la sua insegnante. È evidente che Chiara si mostrò immediatamente un grande talento tanto da destare una grande ammirazione se nel 1739 De Brosses affermava che dopo Anna Maria Chiara era sicuramente il primo violino d’Europa.

Fabio BiondiFabio Biondi