PALERMO. GLI SPLENDORI E LE MISERIE, L'EROISMO E LA VILTÀ (Melampo Editore 2012) 

Prima della partenza per il Guatemala Antonio Ingroia è ospite di Fondazione Teatro Due in un incontro con il pubblico a ingresso libero a cura dell’Associazione Amici del Teatro Due, in cui il magistrato siciliano presenterà il suo ultimo libro "Palermo. Gli splendori e le miserie, l'eroismo e la viltà", Melampo Editore 2012 in una speciale conversazione con Paolo Baroni, giornalista parmigiano ora Capo Redattore de La Stampa, Redazione Romana
Nel nuovo volume Ingroia narra una Palermo dalle tinte forti, una città su di un’isola in cui il continente intero si rispecchia, e che vive in perenne contraddizione e lotta con sé stessa. Senza lasciare spazio alla rassegnazione, l’autore ripercorre il faticoso cammino di una città e di se stesso verso il riscatto civile e morale. La sua storia è la nostra storia, e i dubbi e le amarezze, le gioie e le passioni più intime diventano un veicolo di condivisione: un Ingroia inedito, che celebre la città a cui ha dedicato la propria vita e i maestri che lo hanno aiutato in questo difficile percorso. Nella galleria dei ricordi, la scelta di servire la legge assume un senso radicale e profondo, fino alla definizione di sé come “partigiano della Costituzione”, nella consapevolezza che una nuova stagione di speranza ha iniziato il proprio corso.

Antonio Ingroia è nato a Palermo nel 1959. Magistrato, fin dagli inizi della sua carriera nel 1987 ha lavorato al fianco di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: ha iniziato l’attività di pubblico ministero come sostituto procuratore a Marsala, quando l’ufficio di Procura era diretto da Paolo Borsellino; dall’aprile 1992 fino ai primi mesi è stato sostituto procuratore antimafia a Palermo, con lo stesso Borsellino, allora procuratore aggiunto a Palermo, fino alla terribile stagione stragista della primavera-estate di quell’anno. Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo e ricopre l’incarico che fu di Falcone e Borsellino.

Si è occupato di famosi casi giudiziari per fatti di mafia, dal sequestro De Mauro all’omicidio Rostagno, all’indagine sulla “trattativa Stato-mafia”; ed è stato pubblico ministero in alcuni noti processi per collusione mafiosa, a Dell’Utri e Contrada. E’ stato componente della commissione ministeriale per il testo unico della legislazione antimafia ed è consulente della commissione parlamentare antimafia.

Ha partecipato a numerosi convegni, in Italia ed all’estero, dedicati alla lotta contro la criminalità organizzata e ha tenuto lezioni di diritto e procedura penale, tenuto corsi universitari di informatica giuridica; è componente del consiglio scientifico della Liberi Editore.
Ha pubblicato libri, saggi ed articoli, fra cui “L’associazione di tipo mafioso” (1993), “L’eredità scomoda” (2001, coautore Gian Carlo Caselli), “C’era una volta l’intercettazione” (2009), "Nel labirinto degli dèi – Storie di mafia e antimafia" col Gruppo editoriale Il Saggiatore, 2010.

Palermo. Qualcuno si potrebbe chiedere perché io oggi senta l’esigenza di parlarne, di raccontarla. Di raccontarmi, anche, dentro la sua vicenda. Rispondo che ci sono forti ragioni personali e storico-politiche che mi spingono a farlo. Personali anzitutto. Perché Palermo è la città nella quale ho speso tutta la mia vita, prima da studente e poi da magistrato. Perché è stata, è teatro della sfida più complicata, la sfida suprema mia e di tanti altri siciliani, quella contro la mafia. Perché qui ho visto morire i miei maestri. In una città che ha intrecciato con una naturalezza drammatica le mie ansie e le mie speranze professionali e civili.

 

Antonio Ingroia, Palermo. Gli splendori e le miserie, l’eroismo e la viltà, Melapo Editore 2012