uno spettacolo di Valter Malosti coreografie Michela Lucenti in scena Michela Lucenti e Valter Malosti e con Emanuele Braga, Yuri Ferrero, Emanuela Serra scene Paolo Baroni luci Francesco Dell’Elba costumi Patrizia Tirino maschere Stefano Perocco di Meduna suono G.U.P. (Giuseppe Alcaro) traduzione, adattamento, scelte musicali Valter Malosti musiche Allun, Aphex Twin, Craig Armstrong, Asian Dub Foundation, Mark Bingham, David Bowie, Bjork, Leigh Carline, Castellina-Pasi, Frank Churchill, Cory, John D’Andrea, Depeche Mode, Brian Eno, Philip Glass, Hanna-Barbera, Hell, Joe Henry, Jim Lerios Jamieson, Leftfield, György Ligeti, Matmos, Jesse Mccartney, Natalie Merchant, Jeff Mills, Me’shell Ndegéocello, Larry Morey, Nine Inch Nails, Nocturnal Emission, Prodigy, Trent Reznor, Santos, Ringo Starr, Michael Stipe, Karlheinz Stockhausen, The Roches, Carl Stalling, Tricky, Ned Washington, Hector Zazou collaborazione alla creazione Balletto Civile

Porcello e Porcella indossano delle maschere. Li immagino come due Arlecchini incattiviti, o due cartoon acidi. Danzano. Agiscono su un palchetto che ricorda quello della Commedia. Ci spaventeranno e ci faranno ridere. “Disco Pigs” come commedia dell’arte rivisitata, cioè ripassata nel doppio filtro della drammaturgia e della danza contemporanea. Una “disco opera”. Questo lavoro rappresenta l’inizio di una ricerca che affronto, attraverso un lungo percorso di prove/laboratorio, con una straordinaria danzatrice e coreografa: Michela Lucenti (che ha coinvolto nel progetto una parte rilevante del suo ensemble di danzatori del Balletto Civile). Ed è anche il proseguimento di una ricerca comune con tutto il gruppo di lavoro di “Giulietta”. Ho sempre visto in questo testo un potente vettore di energia per gli attori a patto di divorarlo e risputarlo fuori con un lavoro fisico e vocale capillare e intenso per rendere il racconto, l’emozione del racconto e il suo grottesco incedere. Due flussi ininterrotti, organici, che immagino srotolati come strisce di un fumetto estremo attraverso il pulsare e la forza vitale della musica, un paesaggio sonoro, ma anche luminoso, in continua trasformazione che dovrà restituirci il paesaggio interiore dei due ragazzi abitato da presenze e visioni, e soprattutto il pulsare della vita che batte senza mezze misure dentro quei corpi che ci saranno offerti in una danza barbara senza fine. Valter Malosti

Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro di Dioniso con il sostegno del Sistema Teatro Torino