di Hugo von Hofmannsthal un progetto di Andrea De Rosa e Hubert Westkemper con Frédérique Loliée Elettra Maria Grazia MandruzzatoClitennestra Moira Grassi Crisotemide Gabriele Benedetti Oreste regia Andrea De Rosa
Tutto è immobile, da anni. Le azioni si ripetono sempre uguali, i riti si sono svuotati di senso, le parole faticano a trovare una strada. Come nella Elettra di Sofocle, cui questa è direttamente ispirata, si attende o si teme l’arrivo di Oreste, che verrà per uccidere la madre, Clitemnestra. Ma il senso greco dell’ordine da ristabilire, che si accompagna a questa azione, si è come indebolito, si fa fatica a credere che egli verrà davvero, si stenta a ricordare perché. In questo tempo sospeso, i personaggi sembrano guardare in uno specchio rovinato ed opaco: aguzzano la vista, nella speranza di rintracciare un’origine, cercano un’immagine di sé che vogliono pura, ma più si avvicinano alla superficie riflettente, più essa si rivela corrotta e deformata. Il senso di nostalgia per la purezza di quella immagine, il dolore che si scopre con la sua perdita, l’incapacità di trovare le parole giuste per raccontarlo, mi sembrano gli elementi chiave per la messa in scena di questo testo. Andrea De Rosa Il pubblico vedrà lo spettacolo seduto di fronte ad una vetrata e lo ascolterà, dopo aver indossato una cuffia stereofonica, per mezzo di una sofisticata tecnica di “ripresa del suono” detta olofonica. Insieme alle voci, allo spettatore giungeranno i suoni e i rumori di un ambiente più vasto, il paesaggio di stanze e corridoi, anfratti e camminamenti, con l’eco di musiche, il nitrire di cavalli, l’abbaiare di cani, il rumore di pioggia scrosciante, di passi furtivi.
musiche
Giorgio Mellone
scene
Raffaele Di Florio
costumi
Ursula Patzak
luci
Enrico Bagnoli
suono
Hubert Westkemper
una produzione
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
in collaborazione con
Fondazione Teatro Stabile di Torino