L’ultimo dei concerti di Musica da Camera 2014, che lunedì 12 maggio alle 20.30 vedrà salire sul palco di Teatro Due il pianista Alberto Miodini e l’attore Emanuele Vezzoli, accosta agli autori che hanno accompagnato il pubblico lungo tutta la rassegna, Kurtág e Schubert, anche Richard Strauss, di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita, con un melologo che a fine ‘800 il musicista compose su un testo di Alfred Tennyson di una trentina di anni prima: Enoch Arden. Dalla parola cantata e da un viaggio invernale sospinto dall’amore e dalla passione di Die Winterreise, che ha aperto la rassegna a Teatro Regio, la conclusione a Teatro Due sarà dunque un omaggio alla parola recitata e un viaggio non per strada ma per mare, un’odissea contemporanea, che conclude un percorso attraverso cui si sono indagate le vie musicali di una Mittel Europa romantica e contemporanea.
Un concerto che, grazie alla prova virtuosa del pianista Alberto Miodini, sarà anche la dimostrazione di quanto il Maestro Claudio Abbado, a cui è dedicata la rassegna, ha affermato sui solisti, la cui energia sentiva essere il cuore e il centro delle migliori orchestre da lui dirette. Il programma della serata prevede poi l’esecuzione dei Klavierstücke D 946 di Franz Schubert, tre gioielli pianistici del maggio 1828, ricchi di tratti enigmatici del sapore delle ultime visionarie composizioni di Schubert; pezzi recentemente incisi da Miodini e pubblicati dalla casa discografica Brilliant in un cofanetto dedicato a Schubert. In apertura Miodini eseguirà alcuni brani di Kurtág tratti dalla serie Giochi.
1enoch ardenEnoch Arden è un pezzo che ha segnato la storia della musica e che, grazie al raffinato testo di estrazione borghese ma con forte respiro romantico vittoriano, avvicina il protagonista, un giovane marinaio innamorato e naufrago, alle figure più importanti della letteratura romantica inglese. Con grande sensibilità teatrale, Strauss introdusse una scansione narrativa non presente nel poema originale, dividendolo in due parti, come due atti di un dramma: la prima va dall’esordio che presenta i protagonisti fino al matrimonio di Annie con Philip; la seconda va dal flash-back con il naufragio di Enoch, la sua vita nell’isola deserta, il suo ritorno fino alla morte.
La musica accompagna, puntella, sottolinea e scandisce la vicenda, passando da tonalità malinconiche e invernali con suggestioni brumose e piovose ad atmosfere notturne, fino a suggerire il rumore del mare, l’odore di salsedine… Siamo su una scogliera inglese, in un piccolo villaggio portuale, in un tempo sfuggente, lontano, più di 200 anni fa dice l’autore. Sulla spiaggia tre bambini giocano tranquilli, sono i protagonisti del dramma: Annie Lee, la più graziosa ragazzina del villaggio, Philp Ray, l’unico figlio di un facoltoso mugnaio, Enoch Arden, aspro e scontroso figlio di un marinaio. I due ragazzi sono entrambi innamorati di Annie, in modo giovane e inconsapevole. Diventati adulti la lotta per la conquista di Annie continua e nonostante la ragazzi si mostri più dolce con Philip, è innamorata di Enoch. Costui dunque con determinazione e passione costruisce una casa per sé e per l’amata, diventa un marinaio, acquista una piccola imbarcazione e finalmente i due si dichiarano amore eterno, sposandosi. Philp, straziato, si rassegna alla solitudine. Annie e Enoch vivono felici per sette anni il loro amore, concependo un figlio e una figlia a cui cercando di dare una vita migliore e un’eduzione superiore a quella ricevuta. Ma il vento, che fa il suo giro, porta sulle loro vite nuvole di tempesta: Enoch cade e si spezza una gamba in un porto e segue una lunga infermità; il figlio appena nato non gode di buona salute, la clientela di Enoch gli viene rubata da un concorrente… Contro la sventura Enoch invoca Dio di risparmiare la sua famiglia e di vessare solo lui e finisce per accettare un rischioso lavoro su un mercantile che fa rotta verso la Cina. Mentre il marito è lontano Annie, in trepidante attesa, cerca di arrangiarsi come può mettendo in piedi un piccolo commercio di chincaglierie, ma non ha talento né fortuna negli affari. Dopo molti anni, senza alcuna notizia di Enoch, Annie si convince che egli è morto, e accetta di sposare Philip, ricco e generoso, che si è fatto avanti. I due si sposano e hanno un figlio. L’ultimo nato da Enoch, il bimbo malaticcio, era morto qualche anno prima. Sembrerebbe la conclusione di una tragica vicenda, ma la storia non è finita qui…. La nave su cui era imbarcato Enoch, chiamata beffardamente “Buona Fortuna”, naufraga sugli scogli di un’isola deserta, e il marinaio si ritrova a vivere per anni come Robinson Crusoe, nella malinconia dei suoi amori e nella sofferenza.  Ritrovato da una nave di passaggio, Enoch riacquisisce le sue funzioni vitali e viene riportato in Inghilterra, dove nessuno, come un odierno Ulisse, lo riconosce. Ospite di Miriam Lane, proprietaria di una taverna, scopre che Annie si è risposata. Enoch vive ancora un anno, tristemente, e soltanto in punto di morte svela a Miriam Lane la propria identità. Quando il suo spirito se ne va, tutto il villaggio lo accompagna nel suo ultimo viaggio, ma l’amore della giovinezza è perduto per sempre.