L’HISTOIRE DU SOLDAT

Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti, Giulio Paradisi

Così quando vedo tutti gli attori che adesso si muovono sulla scena come toccati da una stessa luce e penso che da lì a pochi minuti saranno tutti in un altro luogo con lo stesso sforzo di capire il dove e il come, io allora credo che il loro “capire in movimento” sia, insieme alla presenza di Ninetto, l’omaggio più alto al disegno del contenuto di questa favola. Quel disegno che ha guidato la mano dell’autore quando, nell’attimo che precede la scrittura, il Teatro stava già lì, “in potenza” prima di essere una sceneggiatura, prima di diventare letteratura.

Gigi Dall’Aglio

histoire du soldat buscarino

L’HISTOIRE DU SOLDAT
di Pasolini, Citti, Paradisi
con Ninetto Davoli, Renato Carpentieri
e con Lorenzo Alessandri, Maurizio Bizzi, Paolo Bocelli, Giorgio Carminati, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Marcello Colasurdo, Gino Curcione, Alessandro Lanza, Walter Leonardi, Mariella Lo Sardo, Gaetano Mosca, Anna Romano, Nicoletta Toschi
e con Patrizia Bettotti / Gabriele Raspanti violinoMassimo Ferraguti / Samuele Marlieri clarinetto, Alessandro Nidi / Stefano Medioli pianoforte
costumi Elena Mannini
musiche Alessandro Nidi
luci Pasquale Mari
realizzazione video Fabio Iaquone
regia e ideazione scenica Giorgio Barberio Corsetti, Gigi Dall’ Aglio, Mario Martone
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Stabile di Parma, Festival D’Avignon

debuttato il 12 luglio 1995 al Festival d’Avignon (Théatre Municipal)

L’Histoire du Soldat di Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti e Giulio Paradisi era una sceneggiatura destinata ad un progetto cinematografico mai realizzato che portava la firma di tre registi: Giorgio Barberio Corsetti, Gigi Dall’Aglio e Mario Martone e scritta negli anni tra il 1972 e il 1974. Il testo trae spunto dall’Histoire du Soldat di Igor Stravinskij, di cui riprende il carattere favolistico trasformando i personaggi principali dell’opera musicale in figure simbolo destinate a portare in sé i principali caratteri del pensiero degli ultimi anni di vita di Pier Paolo Pasolini. Scritta per Ninetto Davoli, interprete del soldato del titolo, la sceneggiatura è un viaggio attraverso l’Italia divisa da culture, storia, lingua, un Italia che ancora mostra volti, ambienti e caratteri diversificati che da sempre hanno fatto la ricchezza del nostro paese, ma già fortemente minacciata dal potere di appiattimento e omologazione proprio dei mezzi di comunicazione di massa. Come il soldato di Stravinskij, accompagnato dal suono del violino, Ninetto parte in licenza carico del suo buon umore, accompagnato dalla propria innocenza, illuminato da un sorriso spontaneo e sincero. Accanto a lui il diavolo che in cambio della voce di quel violino gli promette ricchezza, che in cambio della sua innocenza gli offre il successo.

Le tre parti del racconto (il Nord, Roma, Napoli) sono dirette ciascuna da uno dei tre registri. A Gigi Dall’Aglio il compito di rievocare il luogo della nostalgia e della memoria, un nord connotato dalla presenza di una cultura padana contadina in via di estinzione; Giorgio Barberio Corsetti ha costruito “l’inferno mediatico”, il trionfo del male vissuto e subito dal soldato, mentre Mario Martone racconta il perdersi nel mondo fatato dei sogni, dove anche i morti possono soccorrere i vivi, per scomparire al supplizio di un inesorabile risveglio quotidiano. L’impianto drammaturgico dello spettacolo richiamava le tappe della vita stessa di Pier Paolo Pasolini: dai paesaggi della propria formazione intellettuale e poetica fino a Roma dove venne a contatto con la borgata, il sottoproletariato, fino al sogno della Napoli fiabesca del Decamerone.

L’Histoire du Soldat ha fatto della diversità stilistica e della contrapposizione dei linguaggi poetici motivo di ricerca culturale e teatrale. Anche dal punto di vista produttivo lo spettacolo ha rappresentato un episodio straordinario, il primo caso in Italia di un grande impianto di coproduzione su modello europeo: una costellazione di Istituzioni Culturali nazionali ed internazionali, ciascuna fieramente portatrice del proprio sostanziale apporto. In parallelo alla scelta di una regia tripartita, anche il processo di produzione coniuga diversi modelli, punti di vista e poetiche culturali: diversi soggetti che si uniscono quindi non solo per sorreggere i costi ma per condividere visioni e risorse artistiche.

L’HISTOIRE DU SOLDAT, di P.P. PASOLINI, S. CITTI, G. PARADISI

streaming dal 11 al 14 luglio 2020 

GALLERY

ph. Maurizio Buscarino

ph. Nigel Voak

FESTIVAL D’AVIGNON 1995 (backstage)

Quanto alla televisione non voglio spendere ulteriori parole: ciò che ho detto a proposito della scuola d’obbligo va moltiplicato all’infinito, dato che si tratta non di un insegnamento, ma di un «esempio»; i«modelli» cioè, attraverso la televisione, non vengono parlati ma rappresentati. E se i modelli sono quelli, come si può pretendere che la gioventù più esposta e indifesa non sia criminaloide o criminale? E’ stata la televisione che ha, praticamente, (essa non è che un mezzo) concluso l’età della pietà, e iniziato l’era dell’edonè. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell’irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino all’infelicità (che non è una colpa minore).

Pier Paolo Pasolini
Due modeste proposte per eliminare la criminalità in Italia