Personaggi e interpreti Il Conte Almaviva Enzo Curcurù La Contessa Paola De Crescenzo Figaro Lino Guanciale Susanna Franca Penone Marcellina Maria Grazia Solano Antonio Umberto Bortolani Fantina Valentina Bartolo Cherubino Fausto Cabra Bartolo Marco Toloni Basilio Paolo Serra Don Gusman Imbrigliapaperi Nanni Tormen Doppiamano/Usciere/Acchiappasole Alberto Onofrietti direzione Claudio Longhi scene e costumi Antal saba luci luca Bronzo

Vertice e summa della tradizione comica francese (ma non solo), consegnata al pantheon dei capolavori della scena d’Occidente anche in virtù della sua consacrazione operistica celebrata coi trionfi delle Nozze di Figaro di Mozart-Da Ponte – scintillante reinvenzione musicale del copione originale -,La Folle Journée ou Le Mariage de Figaro, col suo vertiginoso valzer di intrighi, travestimenti, agnizioni, motti di spirito e colpi di scena è indubbiamente uno dei prodigi dell’ingegneria drammaturgica moderna, purtroppo, negli ultimi decenni, troppo poco frequentata dagli “uomini di scena”, probabilmente atterriti dalla sua precoce accademizzazione e museificazione. Lungi dal risolversi in un gratuito divertissement, l’esilarante ed implacabile carillon congegnato da Beaumarchais, ad uno sguardo più attento svela meccanismi inquietanti. Portando in scena lo scontro tra il Conte Almaviva e il Barbiere di Siviglia sullo sfondo della Francia del Secolo dei Lumi, debitamente straniata in una Spagna fittizia intenta ad affacciarsi faticosamente alla modernità, Le Mariage, scritto nel 1778 e rappresentato per la prima volta nel 1784, suona in prima battuta come giocosa, ma non per questo meno sinistra, profezia dell’imminente bagno di sangue rivoluzionario. Intrecciandosi alla metafora della schermaglia amorosa, la fin troppo ovvia allegoria politica si complica poi di affascinanti risvolti antropologici. Sotto lo sguardo vigile e illuminato dell’eclettico Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, poligrafo di genio totalmente immerso nel flusso della storia, l’analisi comica delle passioni e dei comportamenti dei personaggi si converte in una impietosa e lucidissima anatomia materialistica del vivere che trascende i limiti del semplice referto sociologico per farsi attualissima riflessione sulla natura umana.

Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Fondazione Teatro Due, Teatro di Roma