con Mascia Musy e Francesco Biscione, Paolo Musio, Massimo Cimaglia, Alessandra Celi, Federica De Cola, Andrea Benedet, Antonio Fermi, Vincenzo Rollo, Peppe Sottile, Antonio Burgio luci Robert John Resteghini regia Giancarlo Cobelli

Nel 2007 ricorre il trecentenario della nascita di Carlo Goldoni, forse il più importante autore italiano teatrale di tutti i tempi. La locandiera è una delle più significative opere di Goldoni: un vivace ritratto sociale, un affondo nel realismo, nell’umanità confusa da ambizioni e frustrazioni che agisce in una società già profondamente commerciale, in cui il ‘dio denaro’ comincia ad imporre le proprie regole, a dettare distanze e nuove classi sociali. Mirandolina, la locandiera del titolo, ne è la protagonista. Una donna, ma soprattutto una sorta di proto-imprenditrice, tanto da poter parlare di un sentore di femminismo ante litteram. La locandiera è sempre stata un banco di prova per registi capaci di leggere in filigrana un’opera che non finisce mai di affascinare. Come è il maestro Giancarlo Cobelli, artista eclettico che ha attraversato gli ultimi cinquant’anni dello spettacolo italiano segnalandosi al pubblico e alla critica per il gusto graffiante e parodistico, sovrapponendo la smorfia al sorriso disincantato e talvolta grottesco. La lettura di Cobelli diffida dei toni leggeri della commedia per indagare proprio i grandi cambiamenti sociali, in un passaggio di secolo segnato dalla Rivoluzione Francese e dai primi scontri di classe e di sesso. Ne esce una nuova Mirandolina: donna aperta al cambiamento, sorta di manager che rifiuta duramente pizzi e nobiltà settecentesche. “Come la Rivoluzione francese – scrive il regista – ha traghettato il vecchio mondo verso un rinnovamento, così Mirandolina, futura incarnazione di una intraprendente donna d’affari, spalanca la finestra al nuovo secolo e ne scaraventa fuori merletti, parrucche, jabeaux, tricorni e bautte, reperti di un Settecento in agonia”.

produzione Compagnia del Teatro Moderno – Europa Duemila – Teatro Stabile del Veneto