Una figura di letterato a 360 gradi, fuori e dentro il mondo accademico. Poeta, intellettuale, professore di letteratura all’Università di Torino, Salerno e Genova, autore di teatro, critico, saggista, l’attività di Edoardo Sanguineti, nato a Genova il 1930, continua fino ad oggi impegnata in una battaglia culturale iniziata con l’esperienza avanguardistica degli anni Sessanta. Insieme ad Angelo Guglielmi, Edoardo Sanguineti fu infatti il teorico più famoso del Gruppo 63, tanto che Giuliani nella prefazione ai Novissimi così dice: "Credo che Sanguineti sia caratterizzato dall’uso intellettuale dei pensieri e dal fatto di aver saputo grandiosamente razionalizzare il paludoso linguaggio dell’avanguardia europea di questo mezzo secolo". Quando apparve l’antologia di poesia I Novissimi i critici italiani notarono subito che forme di poesia sperimentale erano già state provate da molti altri. Sanguineti era infatti allievo di Pound e del Surrealismo, ma quel gruppo, e con Sanguineti gli altri poeti della Neoavanguardia, si iscriveva nell’ "onnipotenza" del capitale, nel mondo capitalista apparso con Marx, dove il cammino dello scrittore era verso una direzione di rifiuto, verso una letteratura rivoluzionaria. Anche se qualsiasi aggettivo affiancato alla parola poesia ci sembra possa chiuderne e restringerne il mondo, occorre dire che la poesia di Sanguineti fu da subito una poesia “politica”, del mondo, della “polis” appunto, delle “umane faccende” basata sullo stretto rapporto in chiave marxista tra ideologia e linguaggio. Di recente pubblicazione è Ritratto del Novecento in cui il poeta di Laborintus traccia l'identita' di un secolo con 100 autori.