con Ernő Fekete, Péter Takátsy, Vilmos Vajdai, Vilmos Kun, Tamás Keresztes, Ferenc Lengyel, Ervin Nagy, Eszter Ónodi, Mercédesz Èrsek-Obadovics, Zoltán Rajkai, Éva Olsavszky, Sarolta Nagy, Abonyi Zoltán, Tóth Béla, Mészáros Judit, Rezes Lehel Kovács scene Levente Bagossy costumi Krisztina Berzsenyi regia Viktor Bodó prima nazionale – spettacolo in lingua originale con sottotitoli 2 novembre 2007 ore 20.30 3 novembre 2007 ore 16.30

Il più rinomato teatro ungherese, il Katona József, esplora in una performance piacevole e potente tutti i possibili significati del teatro, portando la risata nella tragedia più profonda. Un giovane innocente ed innocuo, Josef K., è condannato ad essere escluso dalla società. Arrestato e rinchiuso in prigione, crede di essere vittima di uno scherzo di cattivo gusto, ma presto si rende conto che la sua situazione è tutt’altro che divertente. Il mondo è in preda alla follia, la gente lotta per sopravvivere alle leggi di un regime senza volto e senza nome che produce regole assurde. Gli amici di K. sono paranoici, gli avvocati che lo giudicano sono pazzi erotomani e le donne che cerca di aiutare sono dei meri oggetti. Durante il processo, Josef K. si impegna ad andare sempre più in profondità, per assistere infine solo alla sua esecuzione, alla quale arriva completamente fuori di senno, cantando e ballando. Si dice che Franz Kafka scoppiasse a ridere spesso quando leggeva ai suoi amici il manoscritto de Il Processo. Questo è tutto ciò che K. può fare per difendersi, ma volendo ingannare e sfuggire a certe regole, al contempo ne accetta l’esistenza. Non ha speranza, l’unica sua possibilità sarebbe quella di scomparire dalla faccia della terra. Ma il guardiano è sempre vigile davanti alla porta. Il lavoro del Katona József Theatre è liberamente tratto dal romanzo Il Processo, ma nel testo si trovano anche frammenti de Il Castello, delle lettere e dei diari di Franz Kafka. E ancora testi di autori contemporanei a Kafka, citazioni di film hollywoodiani, slogan pubblicitari e stralci delle dottrine psicoanalitica e marxista. Il canto e la danza degli attori trasformano la performance in uno spettacolo abbagliante, con numeri da circo e da cabaret. Le entusiastiche recensioni che lo definiscono “incredibilmente originale”, “meraviglioso”, “paradossale”, “estremamente umoristico e delizioso” non sono esagerate.

Katona József Színház (Ungheria)
in collaborazione con Union des Théâtres de l’Europe