Nel quarto appuntamento della rassegna “Dolore in bellezza”, il tema del NONFUTURO viene declinato alla realtà “immobile” del carcere, nell’incontro LO SPAZIO IMMOBILE, CARCERATI FINE PENA 9999 che si terrà a Teatro Due, martedì 19 maggio alle ore 14.30. Ospiti dell’incontro saranno Pietro Buffa, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della regione Emilia Romagna e direttore, dal 2000 al 2012 del carcere Le Villette di Torino, Gemma Brandi, psichiatra e psicoanalista, responsabile dei servizi psichiatrici dell’az. Usl di Firenze, referente della psichiatria penitenziaria per la Regione Toscana.
Il carcere rappresenta il luogo dove il “tempo” sembra non scorrere, dove il tempo è regolamentato da altri e dove la prospettiva del futuro rappresenta una sfida spesso “impossibile”. Pietro Buffa è autore di numerosi testi dedicati al carcere, tra i quali “Prigioni. Amministrare la sofferenza”, ed. Gruppo Abele 2013; profondo conoscitore della “pena” che viene gestita (amministrata) in carcere, si è occupato del delicato problema del suicidio e della prevenzione del rischio suicidario in carcere. Dice Buffa: “Un carcere che soffre è un carcere che fa soffrire, un carcere che fa soffrire è un carcere destinato a soffrire a sua volta“.
Gemma Brandi, consulente psichiatria del Ministero della giustizia, ha fondato la Società Italiana di Psichiatria Penitenziaria, ha fondato e diretto dal 1996 la rivista “il reo e il folle” (pubblicazione di riferimento sui temi del carcere e della malattia mentale), ha organizzato e promosso in modo instancabile riflessioni e proposte in questo ambito. La dr.ssa Brandi è convinta della utilità di non perdere il contatto con le origini della psichiatria che affondano appunto in carcere perché ”il carcere ha spesso anticipato fenomeni che successivamente sono esplosi all’esterno”.
L’incontro propone una riflessione “aperta” alla collettività e alle istituzioni intorno alla reclusione e alla progettualità di cura e di vita rispetto alla immobilità della pena, soprattutto rispetto ai detenuti con cosiddetta “fine pena mai”.
Moderano l’incontro Chiara Scivoletto, professore associato, Dipartimento di Giurisprudenza che si occupa di sociologia della devianza e del mutamento sociale, e Paolo Volta, Direttore delle Attività Socio-Sanitarie dell’azienda Usl di Parma.
Gli Attori dell’Ensemble Stabile Teatro Due proporranno una serie di letture sul carcere e “dal carcere”, con appunti e poesie dei detenuti del carcere di Parma.

Materiali di approfondimento:

L’Istituzione che cura

Note sul Futuro