con Giorgio Albertazzi e Illya Kun nel ruolo di Antinoo e con Gianfranco Barra, Mario Fedele, Maria Letizia Gorga, Illya Kun, Mario Fedele melodie e canto Evelina Meghnagi acrobati Silvia Franciosi e Matteo Fru percussioni Armando Sciommeri

C’è una frase di Flaubert che forse, meglio di tutte, spiega il fascino immortale del protagonista di quest’opera di Marguerite Yourcenar: “Quando gli déi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo”. Adriano è più di un uomo, è l’immagine, o meglio il “ritratto” di ciò che noi siamo oggi, nelle sue parole ritroviamo le radici del pensiero occidentale e della nostra storia. Anche per questo Memorie di Adriano è uno spettacolo che mi è caro in modo particolare. Memorie, fin dalla prima edizione del 1989, è legato a tante emozioni, a tanti ricordi miei e di Giorgio Albertazzi. Avere inoltre la fortuna di lavorare a questo spettacolo proprio nella Villa in cui visse e morì Adriano rimane una delle esperienze più straordinarie della mia vita teatrale. Ma mai come oggi questo spettacolo e questo testo mi sembrano così attuali. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione in un mondo che sembra lentamente sfaldarsi sotto i colpi dell’intolleranza, della guerra, dell’egoismo, dagli interessi mercantili, le parole di Adriano assumono un significato nuovo, profondo, che mi aiuta, e ci aiuta a riflettere sul nostro momento storico indicandoci, forse, uno spiraglio di speranza: “…non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno dai nostri frontoni, dalle nostre cupole… e se i Barbari s’impadroniranno mai dell’impero del mondo, saranno costretti ad adottare molti nostri metodi; e finiranno per rassomigliarci.” Ascoltare Giorgio recitare queste parole che ha fatto straordinariamente sue nella cornice magica di Villa Adriana, sfiorati, come forse siamo stati, dai fantasmi di quell’epoca lontana che pure ci sembrano così simili a noi, tutto questo ci ha spinto ancora una volta, con il Teatro di Roma, a ripetere questo contatto fuori del reale con Adriano e Marguerite Yourcenar e a riproporre al pubblico romano lo spettacolo per poi portarlo, a fine agosto, ad Atene, nella culla della nostra civiltà occidentale e mediterranea: “Quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco…Antinoo era greco.”

produzione Teatro di Roma