PRIMA DEL TEMPORALE

da un’idea di Umberto Orsini e Massimo Popolizio

SPAZIO GRANDE
24 e 25 marzo

durata 80 minuti

con Umberto Orsini
e con Flavio Francucci, Diamara Ferrero

scene Marco Rossi, Francesca Sgariboldi
costumi Gianluca Sbicca
video Lorenzo Letizia
luci Carlo Pediani
suono Alessandro Saviozzi
assistente alla regia Mario Scandale

regia Massimo Popolizio

produzione Compagnia Orsini

Durante la mezz’ora che lo separa dall’entrare in scena per recitare da protagonista nel Temporale di Strindberg, nel suo camerino Umberto Orsini, con un rovesciamento della percezione del tempo tipica dei sogni, si ritrova a rivivere in un tempo senza fine alcuni momenti della propria vita. La colonna sonora della realtà di un teatro che si sta animando oltre la porta del suo camerino diventa il pretesto e l’invito a volte spensierato e a volte commosso a ricordare e addirittura a dialogare con i fantasmi del proprio passato in un mescolarsi senza logica temporale dove un suono ne evoca un altro, una risata riporta ad un momento di gioia, un lungo silenzio ad una perdita lontana nel tempo. Incontri, amicizie, passioni, amori, in un gioco ironico e commovente che ripercorre settanta anni della sua vita artistica e privata e la storia del teatro e dell’Italia nella seconda metà del ‘900.

Il titolo Prima del Temporale testimonia  un progetto che da tempo avevo in mente: allestire Temporale di Strindberg con la regia di Massimo e nove interpreti, progetto azzerato dallo scoppio della pandemia di Covid. Massimo allora mi ha spinto a raccontare la mia vita, prendendo spunto dal mio libro Sold out, ma riflettendo anche su episodi che in parte non sono nel libro, raccontandomi e dialogando con due figure tipiche del mondo teatrale, la sarta di compagnia e un addetto del teatro.

Umberto Orsini

L’idea nasce dal libro autobiografico di Umberto, Sold out (editori Laterza, 2019). Siamo in una città qualunque, prima dell’ultima replica del testo di Strindberg in una situazione bernhardiana. E’ la storia di un ragazzo italiano che, negli anni Cinquanta, parte dalla provincia con pochi soldi e arriva nella grande città, Roma,con il sogno di iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica e, nonostante il marcato accento novarese, viene accettato.

Massimo Popolizio

ph. Claudia Pajewski