Giulio Rovighi, violino

Aldo Campagnari, violino

Massimo Piva, viola


Francesco Dillon, violoncello

FRANZ SCHUBERT
Quartetto n.10 in mi bemolle maggiore, op. 125 n.1, D.87

GYÖRGY KURTÁG
6 Momenti musicali, op.44

FRANZ SCHUBERT
Quartetto n.14 in re minore Der Tod und das Mädchen, D.810

Teatro Due, martedì 29 aprile 2014, ore 20.30

Se il Quartetto n.10 in mi bemolle maggiore, op. 125 n.1 è lavoro di uno Schubert ventenne che però, in forza di una scrittura articolata e complessa, già porta i tratti della sua maturità artistica, il Quartetto n.14 in re minore, composto quattro anni prima della morte, recupera e rielabora materiale del passato. In questo caso si tratta del tema di uno dei più celebri Lieder schubertiani, Der Tod und das Mädchen (La morte e la fanciulla), composto nel 1817 su testo di Matthias Claudius, che Schubert riutilizza per il secondo movimento del quartetto, peraltro completato dopo quello in la minore (il cosiddetto “Rosamunde”) che porta il numero 13 nella sequenza dei quartetti. La prima esecuzione del Quartetto n. 14 ebbe luogo però soltanto l’1 febbraio 1826 privatamente nella casa dell’amico tenore Josef Barth, ed è probabile che in quei due anni fra composizione e prima esecuzione Schubert avesse rivisto la prima stesura, forse sotto lo stimolo delle critiche autorevoli di Ignaz Schuppanzigh, leader dell’omonima celeberrima formazione quartettistica preferita da Beethoven. Il Quartetto in re minore non fu eseguito in pubblico, né dato alle stampe vivente l’autore, e la prima pubblicazione, curata da Joseph Czerny, uscì solo nel 1831, divenendo rapidamente una delle opere più note, affascinanti ed enigmatiche composizioni di Schubert.

Nonostante la crisi del genere quartetto d’archi a inizio Novecento sia stata più volte preconizzata dagli osservatori e variamente spiegata, György Kurtág ha smentito qualsiasi chiaro di luna per questo organico di colta e fortunata tradizione, contribuendo alla storia recente del quartetto e alla sua funzione decisiva nello sviluppo dei linguaggi musicali contemporanei. La produzione di Kurtág mostra la presenza di quartetti fin dall’inizio del suo percorso: il Quartetto per archi n. 1 è del 1959, Kurtág era trentatreenne, ma molti anni dopo la necessità di una scrittura di tipo quartettistico gli si affaccia ancora con l’Officium breve in memoriam Andreae Szervánszky, dunque come portatrice di un significato anche simbolico, quello del ricordo. Impossibile, ascoltando Kurtág, ignorare il magistero di Béla Bartók e la scarnificazione sonora di Webern: i Sei Momenti Musicali op. 44 (2005) non fanno altro che assumere la loro ragion d’essere formale dalla stringata compattezza tecnico-espressiva di quelle decisive esperienze del primo Novecento (peraltro uno dei sei brani fu scritto nel 1942 e poi rielaborato), che non può trovare espressione migliore anche in questo caso che nell’organico del quartetto d’archi.

Quartetto Prometeo
Vincitore della 50esima edizione del Prague Spring International Music Competition nel 1998, il Quartetto Prometeo è stato insignito anche del Premio Speciale Bärenreiter per la migliore esecuzione fedele al testo originale del Quartetto K590 di Mozart, del Premio Città di Praga come Migliore Quartetto e del Premio Pro Harmonia Mundi. Nel 1998 il Quartetto Prometeo è stato eletto complesso residente della Britten Pears Academy di Aldeburgh e nel 1999 ha ricevuto il premio Thomas Infeld dalla Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest per le “straordinarie capacità interpretative di una composizione del repertorio cameristico per archi” ed è risultato secondo al Concours International de Quatuors di Bordeaux. Nel 2000 è stato nuovamente insignito del Premio Speciale Bärenreiter al Concorso ARD di Monaco. Il quartetto è stato premiato con il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2012. Sin dall’inizio al Quartetto Prometeo sono state destinate importanti borse di studio dalla Scuola di Musica di Fiesole e dall’Accademia Chigiana di Siena, che nel 1995 gli ha attribuito il prestigioso Diploma d’Onore. Questa la brillante carriera internazionale: Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein, Wigmore Hall, Aldeburgh Festival, Prague Spring Festival, Mecklenburg Vorpommern Festival, Wexford Festival, Orlando Festival, Festival “Die Lange Nacht der Elektronischen Klange 2000” di Berlino, Waterfront Hall di Belfast per la BBC, Grand Théâtre di Bordeaux, Foundation Royaumont (prima esecuzione assoluta di Strada non presa di Stefano Gervasoni dedicato al Prometeo), Auditorium Musée d’Orsay di Parigi. In Italia: ospite dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma (prima assoluta di Esercizi di tre stili di Salvatore Sciarrino dedicati al Prometeo), Società del Quartetto di Milano (prima italiana di Târ di Ivan Fedele), Settimana Musicale Senese, Settimane Musicali di Stresa, Festival delle Nazioni di Città di Castello, Società Veneziana dei Concerti, Sagra Musicale Umbra, GOG di Genova, Associazione Scarlatti di Napoli, Amici della Musica di Firenze, Festival Sinopoli di Taormina. Sempre attento alle espressioni musicali del nostro tempo, il Quartetto Prometeo da sempre affianca il repertorio tradizionale a quello contemporaneo. Particolarmente intensa la collaborazione con Salvatore Sciarrino che ha dedicato al Quartetto Prometeo gli Esercizi di tre stili e il nuovo Quartetto n. 8 per archi commissionato dalla Società del Quartetto di Milano, Aldeburgh Festival, Ultima Festival di Oslo e dal MaerzMusik Festival di Berlino e recentemente registrato per Kairos in un CD monografico. Prosegue anche la collaborazione con Ivan Fedele di cui il Prometeo nel 2011 ha inciso il quartetto “Palimpsest” e ha interpretato il nuovo quartetto per archi e voce commissionato dall’Accademia Filarmonica Romana. Il Quartetto Prometeo ha recentemente inciso anche l’integrale di Hugo Wolf per Brilliant, l’integrale dei quartetti di Schumann per Amadeus e per ECM un cd con musiche di Stefano Scodanibbio.