RACCONTI
Protagonisti, episodi e curiosità intorno alla storia della musica a Parma fra ‘700 e ‘900
a cura di e con Luca Scarlini
SPAZIO RIDOTTO
24 gennaio
14 febbraio
28 febbraio
11 aprile
cast in via di definizione
regia Jared McNeill
Nuova produzione 2025/2026
Fondazione Teatro Due
24 gennaio
Il potere della bastarda o l’incanto della voce
Lucrezia Agujari, detta la Bastardina o la Bastardella, cantante strepitosa, che andava da contralto a soprano, dalla natia Ferrara girò l’Europa per poi stabilirsi a Parma, dove sposò il compositore di corte Giuseppe Colla. Per lei a Parma Christoph Wilibald Gluck scrisse Filemone e Bauci, in città tenne un salotto musicale importante, morì a 36 anni e si disse che era stata avvelenata da una rivale. Sconvolse Wolfgang Amadeus Mozart che ne scrisse alla famiglia, raccontando il suo talento prodigioso.
14 febbraio
Il violino di zolfo: storia e mito di Niccolò Paganini a Parma
Niccolò Paganini tiene con Giuseppe Tartini il primato delle musiche in odore di zolfo. Il suo talento al violino sconvolgeva gli spettatori, provocava svenimenti e deliqui. Le leggende nere e rosa sulla sua vita si dipanano dalla sua esistenza, per prendere sempre maggiore peso dopo, fino allo sfruttamento contemporaneo nell’horror. Un racconto musicale nero in relazioni alla presenza paganiniana a Parma e al culto dei violinisti per il suo monumento funebre.
28 febbraio
Il sogno della musica: ritratto di Bruno Barilli
Bruno Barilli ossessivamente scriveva musica notte e giorno. Due suoi lavori, Medusa e Emiral, che piacque a Giacomo Puccini, testimoniano il suo talento. In ogni caso, decise di portare la musica nella scrittura determinando l’immaginazione del Paese del melodramma, a cui ha dedicato pagine memorabili. raccolte anche nel magnifico volume Delirama.
11 aprile
Il paese del melodramma: esperimenti di opera a Parma
Parma, roccaforte dell’eredità verdiana fu un laboratorio di nuovi melodrammi, con diatribe come quella, memorabile, che oppose Gian Francesco Malipiero e Ildebrando Pizzetti in uno scontro all’ultimo sangue: nel 1940, in piena guerra, Nino Rota mandò in scena al Regio il suo dimenticato primo melodramma, il barocchissimo Ariodante, di cui era protagonista un giovane Mario Del Monaco. Una storia di conservatori e novatori, all’ombra della lezione verdiana.


