Chi da anni segue le stagioni di Fondazione Teatro Due sa certamente chi è Maria Paiato, ma anche chi non è un “abituè” della scena e piuttosto frequenta il piccolo e il grande schermo l’ha molto probabibilmente incontrata. E siamo anche certi che tutti coloro che hanno assistito a una delle performance di Maria Paiato in teatro, al cinema o in televisione, ne siano rimasti incantati. Perché tutte le sue interpretazioni hanno lasciato il segno, un segno forte, sul pubblico e sulla critica.
A Teatro Due la Paiato entra da protagonista la prima volta dieci anni fa: Cara Professoressa, spettacolo prodotto da Fondazione Teatro Due e diretto da Valerio Binasco, la vede nei panni di un’insegnante, prima mite e semplice poi, minacciata dagli studenti crudeli e senza scrupoli, dura e in lotta contro il sopruso, in un’escalation di violenza. Un ruolo impegnativo che la Paiato ha interpretato con tale generosità e maestria da ottenere il Premio di Migliore Attrice agli Olimpici del Teatro 2004.
Ed è solo l’inizio.
A Teatro Due la Paiato torna l’anno dopo come La Maria Zanella, un testo strepitoso di Sergio Pierattini diretto da Maurizio Panici, con cui la Paiato ha affascinato tutti e ha ottenuto il Premio della Critica 2005, la Maschera d'Oro 2005 e il Premio Ubu 2005. Un nuovo personaggio femminile, vittima di un destino doloroso, in cui la Paiato si rivela come una delle più capaci attrici italiane. La Zanella è del Polesine e con la Paiato condivide origine e nome: una donna impaurita, minacciata dalla perdita, addolorata, confusa che in scena diviene vera e vibrante, una figura femminile ricca di sfumature e di toni.
Passa un anno; la Paiato torna a Teatro Due con un monologo tutto femminile e tutto suo, perché questa volta oltre che protagonista è anche regista: Non ho imparato nulla, tratto da Scottature di Dolores Prato è un nuovo successo di pubblico, conquistato da un’interpretazione che Rodolfo Di Giammarco de La Repubblica ha raccontato così: “Che bel viso radioso, che toni contemplativi e canzonatori, che naturalezza venata di malinconia e che prova (immancabilmente) unica d’attrice dà Maria Paiato! Un’arte”.
Passano le stagioni, le esperienze, i riconoscimenti, e la Paiato attraversa molto altro teatro e molto cinema, molta radio e televisione; le viene assegnato il Premio Olimpici del Teatro per il monologo Un cuore semplice e nel 2009 ottiene il Premio Eleonora Duse. Al cinema è in Lezioni di volo della Archibugi, ne Lo spazio bianco della Comencini, in Io sono l’amore di Guadagnino, ne La Passione di Mazzacurati e infine ne Il comandante e la cicogna di Soldini, a confermare una versatilità e una padronanza del mestiere che le permettono forza e verità in ogni ruolo.
E si arriva al 2013, al nuovo Anna Cappelli, in scena a Teatro Due i prossimi 23 e 24 aprile alle ore 21.00: un monologo tutto femminile in cui le possibilità espressive della Paiato trovano la perfetta esaltazione, con la regia di Pierpaolo Sepe. In una tensione hitchcockiana, la Paiato restituisce la morbosa esperienza interiore del personaggio, il desiderio di possesso, la disperazione del gesto finale. Ancora un giorno di ordinaria follia, ancora una donna qualunque, una figura femminile sul limite dello sdoppiamento, per un’attrice di straordinario talento.