Il 19 febbraio sarà una serata speciale per Teatro Due. A partire dalle 20,30 succederà qualcosa di insolito, di "lontano" (per modo di dire) dalla consueta attività teatrale, ma che comunque toccherà le corde più vive dell'arte e dell'emozione.

Verranno battute all'asta 150 fotografie… e sono tante, pensandoci possono custodire una vita per intero o almeno una buona fetta. Queste, in particolare, raccontano 40 anni di viaggi, scoperte e incontri. L'artista è Antonio Mascolo. Ma di definirlo artista non me la sento proprio. E non perchè non lo sia, ma perchè contiene molto di più che una singola definizione, e lo dimostra, appunto, riflettendosi nelle fotografie. Sono il suo specchio, lo specchio di una vita un po' folle, un po' straordinaria, un po' assolutamente normale (di quelle normalità che si conquistano sposandosi e avendo una figlia, ma che poi si declinano in mille altre esperienze e nell'incapacità di fermarsi). Lui è prima di tutto giornalista con un antico ma vivissimo (o ,come sospira lui, "antichissimo") passato sportivo alternato tra atletica e rugby; tra il '72 e l'88 milita alla Gazzetta di Parma e, in quegli stessi anni, inizia inseguimenti giornalistico-spirituali, di quelli che poi ti ricordi poi per tutta la vita, come i 45 giorni a piedi in Etiopia sulle orme di Vittorio Bottego, oppure il viaggio a Perth per seguire Azzurra durante la Coppa America nell' 87, o, ancora, la scoperta per il settimanale "L'Europeo" della "regina d'africa" Ketty Bonazza in Burkina Faso. Poi è stato per vent'anni direttore della Gazzetta di Modena e infine, nel 2008, ha fondato il sito parma.repubblica.it "dove tutt'ora-dice lui- abito la battaglia". In più, un legame con Teatro Due esiste, ed è anche bello solido: in quanto critico teatrale (sì, anche quello) ha assistito alla nascita della Compagnia del Collettivo negli anni '70.

Insomma, di cose ne ha fatte e viste parecchie, sì. E la fotografia ne è stata forse causa, forse complice, sicuramente testimone. L'asta che si svolgerà il 19 febbraio, però, non va intesa come sfogo delle proprie velleità artistiche. Affatto. Sarà un momento di racconti ma, soprattutto, di ricordi. Infatti l'idea di cucire insieme i momenti più belli è venuta l'anno scorso, dopo la scomparsa, a una settimana di distanza, di due amici: Patrizia Grossi e Sergio Capobianco e l'intero incasso della serata (sarà infatti possibile acquistare il catalogo delle immagini, oltre che partecipare all'asta) andrà al Baby Hospital di Betlemme, una struttura a ridosso del Muro che cura bimbi e mamme di ogni nazionalità e religione.

Con gli amici di una vita le foto sono sempre state, l'occasione per fare viaggi non fatti, per condividere , per osservare. Siamo cresciuti sulle foto, capitava anche di fotografarci a vicenda , nelle cene, negli incontri, nei giorni passati fuori da Parma. 

All'origine di questa serata c'è la foto di un luogo. Betlemme, dove Patrizia Grossi è stata con me ma Sergio Capobianco non è mai riuscito a venire. Là  siamo stati  letteramente conquistati dal Baby Hospital. Là abbiamo mandato qualche piccola cifra. Là, per loro, l'avevo promesso, avremmo fatto qualcosa di buono. Ecco allora una serata nel teatro che amavano, con la fotografia- dio delle piccole cose- li faremo vivere, Sergio a Patrizia, a Betlemme. E noi addirittura ci sentiremo utili. Già , che regali può fare l'amicizia.

A.Mascolo

 

F.