Da diversi anni Enzo Vetrano e Stefano Randisi sono impegnati in un percorso di rilettura dei classici del teatro, in una riflessione ampia sull’arte scenica. Trovarsi prosegue questo consolidato rapporto, portando l’interesse dei due registi-attori verso un testo tra i meno rappresentati, ma di grande suggestione per il modo del tutto particolare con cui viene affrontata una tematica fortemente pirandelliana, quale è appunto quella dell’identità in relazione all’essere e all’apparire.
Protagonista è un’attrice, Donata Genzi, un personaggio “puro” e “autentico”, incarnazione dell’Arte, che sa esprimere sul palcoscenico una “verità” che nella vita reale non trova un riscontro: la donna ama con passione, trasporto e naturalezza sulla scena ma non riesce a vivere con la stessa intensità l’amore nella sua vita privata. E quando ciò accade, quando Donata si abbandona a un amore assoluto e si scopre a rifare quegli stessi gesti che aveva istintivamente fatto sul palcoscenico, si chiede con paura se Elj – il suo giovane e immaturo amante – potrà capire la differenza tra la donna e l’attrice.
Ancora una volta, attraverso una storia che usa come paradigma una vicenda teatrale, Pirandello affronta tematiche che riguardano il modo di relazionarsi tra gli uomini, la verità di cui il palcoscenico può essere il più autentico testimone, contrapposta alle ipocrisie e ai pregiudizi alimentati da una società malata.
Trovarsi sarà un viaggio all’indietro nel tempo, un sogno in bilico tra maschera e vita dentro la mente di Pirandello. Una nuova sfida per i due registi, che hanno trovato in Mascia Musy l’artista ideale per dare corpo a questo racconto teatrale, affiancandole gli attori storici della compagnia pirandelliana che negli ultimi anni hanno portato in scena L’uomo, la bestia e la virtù, Pensaci,Giacomino! e I giganti della montagna.