Danza, canta e recita Michela Lucenti, e lo fa in modo per nulla scontato, come per nulla scontato è il suo progetto artistico con Balletto Civile, formazione nomade da 4 anni in residenza a Fondazione Teatro Due.

Una spinta etica già fortemente dichiarata nel nome, quel “civile” che in tanti ora usano in contesti politici ed elettorali, e una spinta estetica che segue di pari passo, quel “balletto” che richiama le origini della danza: così Michela Lucenti ha concepito il suo gruppo e il suo lavoro e così porta avanti da vent’anni un’idea di creazione che piega la forma alla sostanza, e non viceversa.

Il percorso di Michela è lungo, intenso, variegato e in un qualche modo atipico per una coreografa e danzatrice: incontra il lavoro della compagnia di Pina Bausch attraverso i suoi danzatori Beatrice Libonati e Jan Minarik, frequenta la Scuola Biennale del Teatro Stabile di Genova, contemporaneamente incontra l’ultima fase del lavoro di ricerca di Jerzy Grotowski, attraverso gli insegnamenti di Thomas Richards.
Da questa fusione di esperienze, che spingono tutte in modo diverso verso un’unica direzione, prende parte al progetto de L’Impasto, Comunità Teatrale Nomade, e avvia una lunga collaborazione artistica con Alessandro Berti, fino a fondare nel 2003 il progetto che ora la vede alla direzione artistica di 19 performer, i componenti di Balletto Civile appunto.
Nasce così un’equipe di lavoro per la produzione e la formazione, con cui approfondire l’idea di un teatro totale, che privilegia il canto dal vivo e il movimento, e che si fonda su una relazione profonda tra gli interpreti.
Dal rapporto con il CSS di Udine, il Teatro Stabile di Torino, diverse realtà italiane e estere nascono Corpo Sociale/Psicoshow II Parte del 2003, I Topi del 2004, The Sound of Voice scritto da Philipp Glass con la regia di Valter Malosti, Ketchup Troiane, da Salomon/Il padre dei padri, ‘Ccelera!, Disco Pigs, Ecce Homo, di nuovo con Valter Malosti, I Sette a Tebe, Macbeth, Battesimi, Il mercato del corpo, con Ismael Ivo direttore della Biennale di Venezia Danza nel 2007, Creature, Horror… anni prolifici e girovaghi in cui il nucleo dei fondatori di Balletto Civile trova alleanze, innesti, contaminazioni e in cui matura la volontà di proseguire in un percorso di ricerca intenso sul movimento, il gesto e la parola.
A gennaio 2009 debutta lo spettacolo Col sole in fronte, che riceve nel giugno 2010 il Premio Nazionale della Critica ANCT. Seguono I Prodotti, Animali Vivi – il primo Slum del progetto Detriti. E’ nel 2009 che Balletto Civile inizia la residenza artistica presso Fondazione Teatro Due, con cui si stabilisce un rapporto produttivo che prosegue fino ad oggi. A novembre 2010 debutta lo spettacolo L’Amore segreto di Ofelia di Steven Berkoff per la prima volta rappresentato in Italia e nello stesso periodo prende il via il progetto Corpo a Corpo, esperienza di alta formazione da cui Balletto Civile ha tratto un nuovo assetto e ha preso nuove direzioni creative.
Si forma in questo contesto l’ensemble di teatro fisico composto da più di 20 persone che ha creato in queste stagioni Woyzeck Ricavato Dal Vuoto, Il Sacro della Primavera (Premio Roma Danza 2011), Paradise, Peso Piuma: un progetto corale, composto da individualità fortemente connotate, che si muovono come un unico corpo dentro alla poetica originaria di Balletto Civile, che ha ricevuto il Premio della Critica 2012.
Dopo la partecipazione allo spettacolo Non si uccidono così anche i cavalli? diretto da Gigi Dall’Aglio, ora Enron, diretto da Leo Muscato, segue la stessa linea contaminativa, portando la scrittura fisica di Michela Lucenti e il contributo di alcuni dei performer di Balletto Civile dentro a testi contemporanei.

Michela Lucenti in Enron interpreta Claudia Roe, unico personaggio di fantasia creato da Lucy Prebble per contrastare la figura di Skilling, con cui Claudia ha una relazione e da cui viene licenziata. La Roe rappresenta la linea pura dell’azienda, quella legata alla materia: il femminile che non si lascia prendere dall’avidità, dalla frenesia del denaro facile, dall’ambizione e dal potere; il femminile che liberato dall’oppressione del lavoro torna dai figli, si ricrea una vita sana. Fu una segretaria, donna, a denunciare la grave crisi finanziaria della Enron, ma questa vicenda nello spettacolo non è presente e la Prebble ha scelto di traslarla nella figura di Claudia, forte, integra (nonostante la scappatella extraconiugale) fino all’ultimo.