di Václav Havel con Roberto Abbati, Pietro Bontempo a cura di Pietro Bontempo

Scritto nel 1975 – quando i carri armati avevano da tempo schiacciato il sogno della Primavera di Praga – l’atto unico Udienza, ci presenta un colloquio al tempo stesso realissimo e grottesco: perseguitato per le sue idee, e di conseguenza costretto a guadagnarsi da vivere come scaricatore di barili in uno squallido birrificio, un drammaturgo è ricevuto dal «capo» alcolizzato da cui dipende tutto il suo destino. Il grande scrittore ceco, che fu radiato dall’Associazione degli scrittori cecoslovacchi e messo a tacere come tutti gli intellettuali sostenitori del nuovo corso dubcekiano andando così a nutrire le fila degli ex-operatori culturali costretti, da un giorno con l’altro, a diventare lavoratori manuali, visse personalmente le frustrazioni e le contraddizioni di un mondo diviso fra oppositori di un regime totalitario e repressivo e persone consapevolmente o inconsapevolmente consenzienti. In questa «udienza» dai riverberi ora sinistri, ora superbamente comici, si dimostra uno spietato analista dei meccanismi che portano alla repressione delle libertà individuali, che trasformano gli uomini in delatori, vittime e carnefici.

produzione Fondazione Teatro Due