Un tram che si chiama desiderio, del 1947, testo divenuto un classico della drammaturgia del ‘900, sarà in scena a Teatro Due, il prossimo week end (venerdì 24 e sabato 25 febbraio 2012 alle 21.00, domenica 26 alle ore 16.00), nel nuovissimo allestimento di Antonio Latella, che ha da poco debuttato a Modena.

Nota al grande pubblico grazie al film-cult di Elia Kazan del 1951 (5 Oscar di cui 3 agli attori), con protagonisti Marlon Brando e Vivien Leigh, la tormentata vicenda di Stanley e Stella Kowalski, passionale coppia di New Orleans, e della sorella di lei, Blanche Dubois, è qui affidata a due intensi interpreti: Laura Marinoni, già ne Le lacrime amare di Petra Von Kant di Antonio Latella, che le valse un Premio Duse e recentemente in Le Signorine di Wilko di Alvis Hermanis; Vinicio Marchioni, perfezionato alla scuola di Luca Ronconi, conosciuto per la sua interpretazione de Il Freddo della fortunata serie televisiva Romanzo Criminale e vincitore del Premio Biraghi alla scorsa edizione del Festival del Cinema di Venezia come miglior attore per il film 20 sigarette di Aureliano Amadei.

Rimasta vedova a causa del suicidio del marito, la fragile Blanche si trasferisce a New Orleans, a casa di sua sorella Stella, sposata con il rozzo Stanley. Blanche, fuggita a causa della sua condotta scandalosa e della perdita della proprietà di famiglia, non riesce a nascondere il suo passato e quando Stanley scopre la verità sulla cognata, le impedisce di rifarsi una vita nella loro comunità. Il sottile gioco di seduzione fra Stanley e Blanche raggiunge un apice di violenza, che condurrà la donna alla follia e all’internamento.

Antonio Latella sceglie di ambientare queste fosche vicende in una scena dominata dalla luce e dalle ombre, dai cui sono colpiti e trafitti i personaggi, colti nella fase finale, più dura e folle della propria relazione. L’incubo e la pazzia di Blanche divengono dunque il centro della vicenda, movimenti sotterranei di una mente fragile, in cui le voci rimbombano, martellano, con ritmi rock e duri. Antonio Latella, regista di fama internazionale particolarmente attivo in Germania –si divide infatti tra Italia e Berlino – ha recentemente fondato la compagnia Stabile/Mobile ed ha da poco concluso la sua esperienza come direttore artistico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. L’ultimo suo progetto, Francamente me ne infischio, ruota intorno a Rossella O’Hara, spunto per parlare dell’America e delle sue icone. Un’America che ritorna in questo suo originale Tram, che approfondisce i sentimenti e le emozioni del nuovo continente tra secondo dopo guerra e giorni nostri. Dice il regista a proposito dello spettacolo: “Quando leggo i testi di Williams mi accade che le parole si vedano, si materializzino, diventino cose, persone, ma soprattutto ferite. Non c’è un solo personaggio nei suoi testi che non sia rotto, spezzato. A tutti manca qualcosa, come se nella loro incompiutezza ci fosse il senso del vivere. In un mondo affollato da tante cose del quotidiano, nonostante la miriade di oggetti che si prendono lo spazio, sembra sempre che il nulla sia il luogo dell’anima. Arthur Miller rimproverava Williams di non immergere i suoi personaggi in un concreto tessuto di circostanze storiche. Io credo che proprio questa sia la sua grandezza: svuotando i suoi testi da un contesto storico ha reso i personaggi memorabili, enormi ed universali, tanto da sembrare a tratti eroi ed eroine delle grandi tragedie greche, dove l’eroe questa volta accetta la decadenza del vivere quotidiano senza sfidare gli dei, ma lottando con le proprie ossessioni, proprio come fa Blanche, troppo ammalata di vita per riuscire a vivere”.