Tornerà in scena per la quinta stagione consecutiva, dal 12 al 16 marzo, Una eredità senza testamento, spettacolo che è il frutto dell’incontro diretto fra Laura Seghettini, straordinaria protagonista della lotta partigiana, e l’attrice Laura Cleri.
Sono tantissimi gli studenti, veri e propri, che si sono seduti nei banche della classe della “maestra Seghettini”, molti le hanno dedicato temi, approfondimenti, riflessioni e tesi.
Pubblichiamo qui un estratto dal “Diario di osservazione” di Francesca Fontana, studentessa di Storia del Teatro con la Prof. ssa Roberta Gandolfi presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma.

“Una calda sera primaverile, una settimana prima della Festa della Liberazione, io e alcuni miei compagni di corso decidiamo di andare insieme a vedere lo spettacolo di (e con) Laura Cleri, Una eredità senza testamento.
Laura Cleri entra rapida dalla stessa porta da cui siamo entrati noi. L’attrice non si presenta, non ha un nome per noi, ma quel che ci dev’essere chiaro è che in quel momento lei è un’insegnante e noi siamo i suoi alunni. Ci saluta, ci guarda, ci tratta come tali, cancella la lavagna – sulla quale, disegnato, vi era un fiore schematizzato, rimasto dalla lezione precedente – e scrive la lezione del giorno: “Il racconto di una vita”. Ed ecco che allora si dà inizio alla storia vera e propria, a quella di Laura Seghettini. E noi perdiamo quasi la nostra individualità così catturati da quella donna che, forte, è entrata in scena.
Proprio così, perché in questo spettacolo, che lo si voglia o meno, si è chiamati a non essere semplici spettatori. Non è solo l’atteggiamento dell’attrice ma anche una domanda diretta – “Cos’è successo l’8 settembre 1943?” – a farci sentire ancor di più alunni; e come alunni smarriti, come lo si è sempre durante un’interrogazione quando una domanda coglie di sorpresa, rimaniamo nel silenzio fino a che si leva alta la voce di un bambino che, con timidezza ma decisione, risponde: “L’armistizio!”. Successivamente rimaniamo allievi in ascolto della lezione, rapiti dalla storia, e il coinvolgimento raggiunge il suo apice nel momento in cui l’attrice ci offre un caffè e, lasciando andare ogni inibizione, lo beviamo tutti insieme. (…)
Resi partecipi di questa storia, lasceremo la sala con un compito: esserne anche noi testimoni.
Catapultati nelle vicende durissime di quell’anno sui monti, lontane nel tempo ma che ci sono rese così vive, diventiamo complici di Laura Seghettini, donna che l’attrice parmigiana interpreta, riprendendone il coraggio e la forza, la determinazione e la lucida consapevolezza, e dando sfogo a quei sentimenti che invece la stessa protagonista della vicenda, per la sua riservatezza forse, fatica a trasmettere a fondo nelle pagine del suo romanzo. Adesso siamo così vicini a quella donna, ora non più del tutto sconosciuta, che pare di sentire quasi ‘nostra’ la perdita di Facio, quasi ‘nostro’ l’affronto che gli è stato mosso, quasi ‘nostro’ l’orgoglio di quei compagni.
Fluttuanti nella dimensione senza tempo della Memoria, lasciamo la sala con qualcosa di grande: con un’eredità da portare con noi ogni giorno, per sopravvivere ai prossimi vent’anni.”

una eredità senza testamento_ph: Stefano Vaja