Pubblicato nel 1938, l’anno della scomparsa improvvisa del suo autore, in pieno regime nazista, Gioventù senza Dio è il primo romanzo di Horváth: un testo di straordinaria lucidità e chiaroveggenza, che illumina con spietatezza la società a lui contemporanea e, in modo inaspettato, la nostra. Oggi la storia del maestro e dei suoi giovani alunni ariani prende vita in un adattamento teatrale che dà il titolo al progetto omonimo realizzato da Fondazione Teatro Due.

Nella Germania degli anni ’30, in cui Hitler è al potere e la società ha assunto una mentalità militare, un giovane professore viene messo al bando dai suoi studenti perché ha osato affermare che “i negri” sono esseri umani. Nonostante le ostilità riesce a mantenere il suo ruolo d’insegnante, fino a quando, durante un campeggio militare, uno dei suoi alunni viene ucciso. Dopo diverse indagini, accuse e controaccuse, si scoprirà il colpevole, ma il movente sarà la vera sorpresa. Combinando i tratti del romanzo noir, del giallo e di quello di formazione, il testo affronta il tema scottante del coraggio delle proprie azioni, scandagliando la vigliaccheria della razza umana nelle sue diverse forme. Attraverso la crisi di alcuni adolescenti, descritti come “pesci”, dagli occhi fissi e sgranati, vuoti, che “vivono in un paradiso di stupidità”, Horváth delinea la crisi della Germania nazista, prossima all’immane catastrofe della seconda guerra mondiale, in cui i giovani tedeschi appaiono come le vere vittime.