Questo Woyzeck costituisce la prima tappa del progetto che Balletto Civile dedica all’autore tedesco, lavorando sull’incarnazione dei testi, densi di un malessere contemporaneo e di un continuo senso di mistero.
Capolavoro incompiuto e ancora oggi testo di culto, Woyzeck è un dramma attualissimo, poetico e bizzarramente scientifico, che dispiega pensieri moderni e rivoluzionari.
La scrittura di Büchner trova forza in una spiazzante conoscenza dell'animo umano e nella sua capacità di stare sempre sul limite, non percepibile, tra libero arbitrio e disagio mentale.
Un dramma che non si limita ad indagare il fascino dell’assurdo, l'ingiustizia della violenza o l'oppressione del militarismo: Woyzeck non è un personaggio semplicemente inserito in un meccanismo crudele e preciso, ma la creatura di un mondo che, pur non assomigliando esattamente al nostro, contiene un'inquietudine e un malessere che conosciamo e ci appartiene.
Costruito come un organismo brulicante di situazioni, Woyzeck è una scena-processo in continuo movimento. Büchner attraversa con le sue parole il materiale fisico come uno scalpello che entri nella materia per sfrondare, per togliere il superfluo e trovare l’opera.
Il testo, nella nuova traduzione di Alessandro Berti, frutto anche dell’elaborazione durante le prove, fornisce la materia per costruire un dramma a stazioni, una via crucis dove le parole, con la loro portata visionaria, si fanno spazio in una densità scenica comunitaria, patteggiando con l’urgenza dei corpi che si faranno personaggi dentro un’azione semplice, ma profonda.
In un impianto scenico essenziale, modificato dagli attori, il suono è come richiamo, colonna sonora originale creata dalla voce viva e con un linguaggio fisico, propulsore di ogni riverbero emotivo.