traduzione Alessandro Serpieri con Franco Branciaroli Alessandro Albertin Filippo Berti Ilenia Caleo Luca Giordana Stefano Moretti Andrea Narsi Fulvio Pepe Roberta Sferzi Fabricio Amansi Davide Lora Ivan Olivieri Eleonoea Pippo scene e costumi Mauro Tinti regia Tim Stark

Giulio Cesare è la prima grande tragedia di Shakespeare e, come Amleto, scritto subito dopo, propone un rebus morale. Nella solidità di questi due grandi uomini si aprono squarci di umana debolezza, cadute nella terra misteriosa dei dissidi generati in seno a potere e responsabilità. Cesare, come Amleto, incarna il concetto di ambivalenza. La domanda che permea tutto il testo è quindi: Cesare meritava o no di morire? Fortemente politico, ma diverso da altri testi shakespeariani, in cui buoni e cattivi sono immediatamente riconoscibili e contrapposti, Giulio Cesare è il luogo in cui regna ambiguità rispetto alla contrapposizione tra bene e male. Qui la politica, oltre che strategia di potere e di conduzione sociale, viene riconosciuta nella sua dimensione teatrale, di finzione retorica e di tattica. L’allestimento, nella sua modernità, indaga quelle tematiche che così profondamente investono gli eventi del presente scuotendo le coscienze della collettività. Le domande che Giulio Cesare ci pone sono, non solo cosa fare e come comportarsi, ma anche che cos’è l’uomo, quali sono i suoi rapporti con se stesso, con gli altri, con la vita e la morte. Domande alle quali tutte le grandi tragedie di Shakespeare cercano di dare una risposta, indagando appassionatamente sulla condizione umana e faticosamente tentando di costruire, con lo strumento teatrale, un mondo in cui l’uomo moderno possa riconoscersi.

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