PROVA

di Pascal Rambert

testo, regia e coreografia Pascal Rambert
traduzione Bruna Filippi
con (in ordine di apparizione)

Anna Della Rosa
Laura Marinoni
Luca Lazzareschi
Giovanni Franzoni

scene Daniel Jeanneteau
luci  Yves Godin
costumi Pascal Rambert

assistente alla regia Virginia Landi
direttore tecnico Robert John Resteghini;
direttore di scena Lorenzo Martinelli;
capo elettricista Fabio Bozzetta

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

Spazio Grande

30, 31 marzo 2016, ore 21.00

Pascal Rambert è regista capace di creare momenti teatrali di rara intensità. Di Rambert, direttore di T2G teatro parigino che lavora sulla creazione contemporanea, Teatro Due ha recentemente ospitato la versione italiana di Clôture de l’amour, nella quale Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi hanno magistralmente interpretato la cronaca sublime di una separazione annunciata.
È lo stesso percorso quello che guida Pascal Rambert nella creazione di un altro lavoro, non più incentrato sul tema dell’amore e della separazione ma riguardante la scrittura e l’atto creativo. E, al centro, l’essere umano, l’artista, confusi, messi a nudo.
Ecco dunque che, ne La prova, versione italiana di Répétition, che ha debuttato a dicembre 2014 al parigino Festival d’Automne con Emmanuelle Béart, Audrey Bonnet, Stanislas Nordey e Denis Podalydès, ritroviamo Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi insieme a Laura Marinoni e Giovanni Franzoni.
Uno spettacolo che assume la forma di un’equazione priva di incognite: in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca (scrittore) e Giovanni (regista) assistono all’implosione della loro unione artistica.

La struttura, dietro al suo apparente ribollire, è molto semplice. Si assiste a un breve momento di una prova nel corso della quale Anna coglie nello sguardo di Luca che tra lui e Laura sta accadendo qualcosa. «A partire da qui – spiega Rambert – ho cercato di mostrare come, all’interno di uno sguardo, potessi costruire un mondo, un mondo che poi ho voluto far implodere. La realtà viene osservata su piani diversi. Ho spesso l’impressione che ciò che chiamiamo verità non risieda necessariamente in ciò che chiamiamo realtà ma molto più di frequente nelle finzioni. E ho visto più verità in alcuni momenti di teatro, danza e letteratura che nella vita stessa. Ho cercato di mostrare questo passaggio costante che caratterizza il mestiere dell’artista tra ciò che attingiamo dalla vita, la sua trasformazione in materia immaginaria e questo flusso continuo che è l’oggetto del nostro parlare. Per me la vita e la finzione sono sempre legate l’una all’altra. Non si interrompono mai. Questo flusso ininterrotto è uno dei possibili argomenti dello spettacolo.
Pascal Rambert