Docente di Storia Economica all’Università Milano, dove insegna anche Analisi Culturale dei Processi Organizzativi, Giulio Sapelli si occupa di economia e di tutti gli aspetti ad essa legati da più di 40 anni, da quando laureatosi a Torino (1971) ha preso poi la specializzazione in ergonomia, scienza che si occupa dello studio dell'interazione tra individui e tecnologie. E’ stato visiting professor presso le più importanti università del mondo; divenuto esperto e insegnante, ha tenuto corsi e svolto attività di ricerca alla London School of Economics and Political Science, alla Università Autonoma di Barcellona, all'Università di Buenos Aires, all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ma Giulio Sapelli l’economia l’affronta da tutti i lati, non solo come insegnante e ricercatore per istituti di formazione, ma anche come consulente presso aziende importanti, come Olivetti e Eni, per fondazioni internazionali come Onassis e Goulbenkian. Negli anni è stato membro di numerosi consigli di amministrazione, fino a quelli più importanti, come Unicredit.

Nel suo lunghissimo, dettagliatissimo, elevatissimo curriculum quello che ci colpisce e spicca però, fra consulenze per multinazionali e poltrone importanti ai tavoli cruciali dell’economia mondiale, è l’interesse per l’etica e per gli aspetti morali legati ai processi economici e finanziari: è stato il rappresentante italiano di Transparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica, contro la concezione della corruzione come destino ineluttabile ma come sistema culturale, che porta alla violazione dei diritti, anche quelli umani. Dal 2002 è tra i componenti del World Oil Council e dal 2003 fa parte dell’International Board dell'OCSE cioè l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, per il no profit. Nel 2005 ha fatto parte del Comitato per la riforma del sistema di controllo interno dell’ENI per ottemperare ai dettati del Sarbanex- Oxley Act. Dal 1994 è ricercatore emerito presso la Fondazione ENI Enrico Mattei, che svolge ricerca su temi legati allo sviluppo sostenibile. Nel 1983 ha dato vita alla Fondazione ASSI per lo studio e la storia dell' impresa. E’ stato Direttore Scientifico della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, uno dei maggiori centri europei di documentazione e di ricerca nell'ambito delle discipline storiche e delle scienze politiche, economiche e sociali, che promuove studi e ricerche sulle società moderne e contemporanee. Ha ricoperto ruoli di diretta responsabilità di orientamento e di intervento nei settori delle politiche del personale, delle relazioni interne, della comunicazione interna, della realizzazione dei programmi relativi alla redazione e all'implementazione dei "codici etici", degli studi e delle ricerche di numerose aziende italiane. Dal 1992 al 1994 ha presieduto la Commissione di studio su "Patologia del mercato e corruzione" istituita dal Centro di storia sull'impresa e dell'innovazione e dalla Camera di Commercio di Milano. Dal 1995 fa parte del Comitato contro l'usura e la criminalità economica della Camera di Commercio di Milano.

Ecco, è appunto il suo lavoro attivo e di ricerca intorno alle tematiche legate alle patologie dei mercati e dei sistemi finanziari, alla necessità della trasparenza, dell’aderenza alle regole, dell’adesione a un’etica che fanno di Giulio Sapelli il più importante esperto italiano di corruzione aziendale. Ed ecco perché il 26 febbraio alle 17.30 incontrerà il pubblico di Teatro Due per raccontare le somiglianze e le divergenze di due eclatanti crack finanziari, due truffe internazionali famose in tutto il mondo: Enron e Parmalat. Il volume, pubblicato nel 2004 da Bruno Mondadori si intitola GIOCHI PROIBITI – ENRON E PARMALAT CAPITALISMI A CONFRONTO, e qui Sapelli indaga, analizza, considera i due casi, simili apparentemente, ma molto diversi. Sapelli si era preso un anno sabbatico prima del 2004 e ha girato il vecchio e nuovo mondo per capire quali erano i nuovi modi di rubare. E lo scandalo Enron, afferma, è molto diverso dagli scandali Parmalat e Cirio, perché nel primo si afferma la violenza e la ferocia del capitalismo mentre negli altri due è chiara l’impronta mafiosa.

In un’approfondita intervista a Giorgio Bocca nel 2004 su Repubblica all’uscita del libro, Giulio Sapelli, ha dichiarato:

Ci sono differenze che collocano la truffa Enron nelle grandi speculazioni finanziarie, mentre le nostre sono pura e semplice delinquenza di tipo mafioso. Lo scandalo Enron viene scoperchiato dall'interno, è un'anziana segretaria, Sherron Watkins, a denunciare la direzione della società, a raccogliere le voci di altri dipendenti. il potere Parmalat è stato smascherato non dagli uomini ma da un vuoto di cassa. Non c'erano più i soldi per comperare i bond in scadenza.

A Parma la disciplina mafiosa dura fino a quando ci sono i soldi per tamponare i debiti. Una sessantina di persone per più di quindici anni partecipano alle falsificazioni senza fiatare. Il controllo del territorio da parte del gruppo di comando è tale che la stampa di alcuni documenti falsificati della Bank of America viene affidata a tipografie locali. Partecipano alla truffa anche amici e parenti e nessuno sente il dovere di denunciare forse perché sanno che anche i pubblici controllori, le banche, la Procura della Repubblica stanno al gioco proibito. E la falsificazione è stata lunghissima e colossale. Parmalat era quotata in Borsa, dunque tre volte l'anno doveva mandare alla Consob le relazioni trimestrali e tre volte l'anno doveva rivedere, aggiornare tutti i falsi”.

Questo e molto altro racconterà Sapelli il 26, e questo e molto altro è quanto troverete in Enron, in scena fino al 3 marzo, per capire qualcosa in più su quella finanza globale che ai più sembra così lontana.

Info e prenotazioni incontro: te. 0521/289659, info@teatrodue.org