Scritta nel 1893, Un marito ideale compone con Il ventaglio di Lady Windermere e Una donna senza importanza la trilogia detta dei Society dramas, che precedono il titolo più famoso di Oscar Wilde, L'importanza di essere onesto. In questi testi, popolati da tipici personaggi dei drammi salottieri si dispiega in modo evidente la feroce critica di Wilde alla società borghese. Fingendo di celebrarne i modi con conversazioni brillanti e osservazioni irriverenti e frivole, Wilde smaschera e discredita le figure tipiche della sua contemporaneità.

In Un marito ideale la regia di Roberto Valerio porta alle estreme conseguenze la farsa wildiana, giocando la commedia sullo slittamento dei piani di verità, per cui niente è mai come sembra. A farla da padrone infatti sono le simulazioni e le dissimulazioni messe in atto dai personaggi, nell'irrealizzabile desiderio d'esser ciò che, puntualmente, non sono.
Roberto Valerio, responsabile di traduzione, adattamento e regia, applica al testo originale un’asciugatura teatrale e ne distilla una geometrica azione scenica, con effetti filmici e straniamenti recitativi. Il testo, scarnificato, va dritto all’osso della questione e apre interrogativi di sconcertante attualità: è possibile una politica senza compromessi? La questione morale è un fatto privato o pubblico? Qual è il limite oltre al quale ci si può spingere prima di vergognarsi di se stessi?
"Niente è come sembra" è il segreto profondo, strutturale, di Un marito ideale, in cui la misera dimensione umana, prima soffocata dalle apparenze e dalla retorica, viene finalmente, con un sorriso, messa a nudo.