FAUST
UNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINO

di Li Meini
basato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe
traduzione Fabrizio Massini

consulente artistico Xu Mengke
musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Chen Xiaoman

con
Faust Liu Dake
Mefistofele Xu Mengke
Valentino Zhao Huihui
Margherita Zhang Jiachun

musicisti
Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica)
Wang Jihui (jinghu)
Niu LuLu (gong)
Laura Mancini (percussioni)
Giacomo Piermatti (contrabbasso)
Wang Xi (bangu)

scene Anna Peschke
luci Tommaso Checcucci
costumi Akuan
materiali scenici Li Jiyong
trucco e acconciature Ai Shuyun, Li Meng
coreografie Zhou Liya, Han Zhen

progetto e regia Anna Peschke

produzione Emilia Romagna Teatro FondazioneChina National Peking Opera Company

Spazio Grande

3, 4 marzo 2017, ore 20.30
domenica 5 marzo, ore 16.00

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Nel Faust, che la regista tedesca Anna Peschke ha realizzato con la China National Peking Opera Company, si realizza uno slancio originale verso la creazione di un nuovo linguaggio fra Oriente e Occidente. Da questo testo archetipico emergono le potenzialità insite nell’alfabeto gestuale e musicale del linguaggio cinese, vie espressive scardinanti per la visione scenica occidentale.
In scena un gruppo di giovani interpreti cinesi, accompagnati da un ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi che eseguono un repertorio musicale originale, interpretano il capolavoro di Goethe attraverso l’opera, combinando le forme espressive del genere tradizionale cinese con gli elementi performativi del teatro europeo.

Faust è senza tempo ed è adatto a rispondere alle tante domande d’oggi. Quanto a sfruttamento di archetipi Faust racchiude in sé il peggio dell’umanità, sia nei rapporti con l’alterità, sia con se stesso: Faust vive per distruggere ogni cosa che tocca, depreda per soddisfare i propri piaceri. È totalmente soggiogato dal diabolico patto firmato con Mefistofele. E infatti ammazza il fratello di Margherita e lascia che la donna, nonostante sia la madre di suo figlio, si uccida. È mia opinione che gli uomini vivano cercando il proprio benessere personale, sfruttando a più non posso qualsiasi tipo di risorse in uno sfrenato ed insensato egoismo. Faust restando solo li rappresenta”.

Anna Peschke