KATE FINN – IL MENO PER IL PIÙ

di Ilaria Falini e Fulvio Pepe

con Ilaria Falini

regia Fulvio Pepe

 

produzione Fondazione Teatro Due

Piccola Sala

dal 17 al 20, il 23 e dal 25 al 27 ottobre 2018, ore 20.30
21 e 28 ottobre, ore 16.00

Kate Finn è il nome di una donna che ha rappresentato un caso clinico famoso di ortoressia, ovvero la ricerca ossessiva del cibo salutare, che porta alla negazione dell’alimentazione sino alla morte per denutrizione. Ilaria Falini si è ispirata alla vicenda reale per portare sulla scena la storia inventata, ma molto vera, della protagonista Sara. Un monologo a più voci, caratterizzate dall’uso di più parlate dialettali e assolutamente ironiche, per una narrazione che coniuga comicità e drammaticità.
La storia di Sara è dunque raccontata dalle persone a lei vicine: un fidanzato, un vicino di casa, una cameriera e una coinquilina, quattro maschere di personaggi concreti, poetici e popolari persi dietro le incomprensibili evoluzioni logiche di una protagonista patologica. Ammaliati e allo stesso tempo confusi, questi personaggi raccontano la storia di Sara con stupore comico e infantile sino alla tragica fine.

La vicenda di Kate Finn è straordinaria per almeno due motivi: primo perché Kate fu il paziente zero di una nuova e formidabile patologia che ha come nome ortoressia e poi perché il decorso di questa particolare forma di disturbo dell’alimentazione è talmente inverosimile da rendere verosimili tutte le altre forme patologiche. L’ortoressica cade nel fantasmagorico paradosso mortale che fa sì che nella costante ricerca di cibo sano, perfettamente puro e massimamente nutriente, si finisca per non mangiare nulla. Capite la straordinarietà del caso: l’ortoressico non rifiuta il cibo come l’anoressico, ma anzi lo ricerca, in una forma ideale, un elisir divino, inesistente per definizione stessa, e che costringe il malato a perdersi nella sua stessa ricerca, nella sua stessa logica, fino all’inedia mortale. Partendo da questo paradosso abbiamo inventato il personaggio di Sara, anche lei come Kate malata di ortoressia, e abbiamo arricchito la sua storia di personaggi popolari e materici che ottimamente avrebbero potuto bilanciare la complicata spiritualità di un personaggio alla Kate Finn. Sono nate così quattro maschere di personaggi meravigliati e concreti, poetici e pragmatici, persi dietro le incomprensibili evoluzioni logiche di una protagonista ortoressica.
Ammaliati e allo stesso tempo confusi – o forse ammaliati perché confusi – questi personaggi raccontano la storia di Sara con stupore comico e infantile sino alla tragica fine.
È una prova muscolare d’attrice per un tema umano e artistico inconsueto e strabiliante.

Fulvio Pepe

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