In un bagno di casa si incontrano una madre ancora giovane, Lucia, e una figlia, Camilla, che si affaccia all’adolescenza. Tutte e due hanno un’età in cui sono chiamate ad agire da protagoniste nei loro rispettivi ambienti sociali; tutte e due hanno a che fare con una società fortemente competitiva e sessista, in cui le donne faticano il doppio per affermarsi. Ma la comunicazione è difficile; non c’è tempo; manca la parola, manca la comprensione.
Il bagno diviene così luogo di sfogo e purificazione, di cambiamento e forse di ritrovamento del sé, di un’intimità con la propria anima, che spesso ci negano o ci neghiamo, ma che riusciamo a ritrovare quando ci sediamo sull’orlo di quella vasca e per un attimo ci concediamo una pausa, un respiro, prima di riaprire la porta.
Laura Forti pone delle domande che legano due generazioni, alla ricerca di risposte che avvicinino nello specchio sopra il lavandino i volti somiglianti ma distanti di una madre e una figlia.
Il testo nasce come creazione per il Theatre Massalia/La Friche di Marsiglia e pubblicato in francese da Actes Sud.

 

Parlare del rapporto madre figlia significa, inevitabilmente, mettersi in gioco e affrontare i nostri fantasmi, buoni o cattivi che siano. Il rapporto che una donna ha con la propria madre è sempre importante (lo dico io da italiana e da ebrea, due culture che mettono la madre al centro della vita del clan), come lo è superare quel rapporto e trovare una propria identità adulta e una nuova ridefinizione: non uno specchio narcisistico e statico in cui la madre e la figlia si guardano nell’illusione di vedere parti di sé, realizzazioni di mancate aspirazioni, neanche un conflitto adolescenziale retto sull’invidia e sulla competizione, ma due persone distinte, con vite distinte, che si accompagnano lungo l’arco dell’esistenza in un continuo divenire e che hanno in comune un amore infinito, assoluto…
… Penso con tenerezza a queste due donne che si preparano la mattina per uscire e andare ad affrontare quel mondo. Che strumenti può dare una madre a una figlia perché non si faccia del male, perché non ripeta i suoi sbagli? E una figlia, a chi può raccontare i suoi problemi, da chi può avere un sostegno se non da sua madre?

Laura Forti