Europa Galante / Fabio Biondi
IL TRIONFO DEL TEMPO E DEL DISINGANNO
libretto di Benedetto Pamphilj
musica di Georg Friedrich Haendel
solisti
Francesco Marsiglia
Sara Mingardo
Arianna Rinaldi
Marie Lys
direzione musicale Fabio Biondi
direzione teatrale Walter Le Moli
produzione Fondazione Teatro Due
PARMA, ABBAZIA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
22 e 23 maggio 2020
In occasione di Parma 2020 Fondazione Teatro Due realizza una nuova collaborazione produttiva con il Mº Fabio Biondi e l’Orchestra Europa Galante.
Il tema dell’oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno si inserisce nella ricchissima produzione poetica, pittorica, musicale e teatrale che attraversa tutti i secoli, ma si pensi solo ai sonetti e alle canzoni di Lorenzo il Magnifico, alla Rappresentazione di anima e corpo di Emilio Cavalieri per citar nel Rinascimento questi due autori, fra il 1400 e il 1500.
Il Cardinal Benedetto Pamphilj Aldobrandini di famiglia patrizia romana, collezionista coltissimo, bibliotecario Vaticano, non ignaro delle umane debolezze, scrive il poemetto seguendo il più raffinato modello umanistico del contrasto tra Tempo e Bellezza cui affianca Disinganno e Piacere, loro conseguenti effetti, sviluppando con elegante maestria la complessità teologica dell’argomento. Il poemetto del cardinale viene affidato al giovanissimo compositore tedesco Georg Friederich Händel, ospite nella Città Eterna, che lo svilupperà in forma di oratorio (comunque ogni altra forma di musica, a parte quella sacra, era in quel momento a Roma proibita). La scelta di drammatizzare l’oratorio, tradizionalmente solo cantato, gli permette di superare la dimensione puramente recitativa in favore di quella rappresentativa – suggerita proprio dal fondamento del teatro: la forma dialogica del contrasto – e congegna con un’operazione innovativa per la stessa storia del teatro e della musica la rivisitazione d’un tema che ha ossessionato l’umano.
Questo legame tra musica e teatro sottolinea l’indispensabilità della collaborazione tra Europa Galante e Fondazione Teatro Due e contemporaneamente apre la questione dello spazio. Il luogo in accordo col genere dell’oratorio non poteva esser risolto dall’edificio teatrale bensì da uno preposto al culto, e, nel caso specifico, da uno eccezionale: la Chiesa del complesso benedettino, risalente alla fine del IX secolo, di San Giovanni, ricostruita dopo una lunga decadenza alla fine del ‘400 secondo un emergente spirito umanistico, affrescata dal Correggio (con interventi ben identificabili d’un giovanissimo Parmigianino).
Questo monumento, scampato miracolosamente ai disastri della guerra, rappresenta con la sua complessa stratificazione culturale lo specchio ideale del poema del cardinale Benedetto Pamphilj messo in musica da Georg Friederich Händel.
Straordinario effetto di luce e talento, questo lavoro del giovane Haendel alla sua prima esperienza in Italia, e punto d’incontro tra la vita musicale più eletta e rappresentativa del nostro paese e la prorompente personalità di ciò che sarà definito da tutti come il principe della musica vocale nei primi cinquant’anni del settecento. Saranno Alessandro Scarlatti, Bernardo Pasquini, il grande mecenate Ottoboni, e naturalmente il re del violino Arcangelo Corelli a sostenere e partecipare nella Roma del 1707 a questo evento straordinario, che determinerà per sempre un cambio di visione tra drammaturgia e tessuto musicale tale da influenzare tutto il repertorio successivo.
Fabio Biondi