ph. Simone Cecchetti
Caro Gigi, ci mancherai moltissimo.
La tua voglia di pensare, di fare, di immaginare ci mancherà.
E l’acutezza del tradurre le difficoltà dei passaggi in visioni capaci di traghettare tutti con tutto senza lasciar nessuno indietro. E la generosità del voler esserci senza stancarti del dover esserci. E la lucidità dello sguardo e la speranza.
E la capacità prudente dell’esperienza che evita gli errori e incita al coraggio.
E la tenacia dei costruttori. E la gioia del vivere.
Caro Gigi, la tua strada è un tracciato non proprietà soltanto del Teatro che hai costruito e nel quale avevi ancora tanto da dire, ma di tutti i mondi che hai attraversato dai quali hai appreso e dato. Appartieni pure agli artisti con cui hai creato, agli attori e ai registi che hai formato, agli allievi e agli studenti cui hai insegnato per oltre quarant’anni, ai teatri con cui hai operato.
Centinaia di messaggi d’affetto ricevuti da ogni parte del mondo di coloro che hanno avuto il favore della sorte e l’onore di conoscerti o lavorare con te vogliono condividere e far sapere d’un cordoglio sincero, del dolore d’una perdita personale.
Caro Gigi, il costernato doloroso affetto col quale i cittadini hanno accolto la notizia significa che tu appartieni loro, appartieni a tutta la Città che ti ha creduto dal tempo del Teatro Universitario e del Festival, che t’ha accompagnato nella crescita, sostenuto nelle sconfitte, gioito di te nelle riuscite, spinto alle visioni più ardite, incoraggiato sempre come un figlio di quella Scuola di Parma che ha reso importante nel teatro questa città.
Non hai tradito la fiducia né l’hai utilizzata malamente per comoda rendita.
Hai sempre rinnovato la tua disponibilità spendendoti per chi cercasse o avesse bisogno del tuo sapere, capacità ed esperienza e d’incoraggiamento soprattutto per essere.
Caro Gigi, ci mancherai e tanti, tanti ancora come noi, saranno più soli.